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Il romano pontefice: “I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati"

In molti lo volevano morto. Un Papa attivista, che era contro le guerre, la mafia, il genocidio in corso a Gaza.
Ora il tanto desiderato evento è arrivato: il Romano Pontefice Jorge Mario Bergoglio 266º Papa dal 13 marzo 2013  - è morto, dopo una degenza iniziata il 14 febbraio al Policlinico Gemelli di Roma a causa di una polmonite bilaterale.
Le vipere esultano mentre con una mano si fanno il segno della croce e con l'altra affilano i coltelli per il Conclave. Alcuni uomini di potere avversi al Papa già li conosciamo.
I cardinali Timothy Michael Dolan e Raymond Leo Burke, uno tra i principali oppositori papali nel Collegio cardinalizio. E poi ancora l’ex nunzio apostolico a Washington, monsignor Carlo Maria Viganò, anche lui storico oppositore di Bergoglio.
Un vero e proprio coacervo di principi brizzolati e 'business man' che indossano le vesti porporate.
E poi, come dimenticare quei proiettili spediti via posta? A Peschiera Borromeo in provincia di Milano nella notte tra l’8 e il 9 agosto alcuni addetti ad un centro di smistamento della posta tornarono una busta contenente tre cartucce di pistola indirizzata al Papa.
Un Pontefice scomodo, troppo per occupare il Soglio di Pietro.
Ma perché era così mal voluto?
Il suo non è stato un pontificato semplice. Tutt'altro.





Essere un 'rivoluzionario' d'altronde comporta una perdita di consensi non indifferente.
Un episodio su tutti, raccontato sul nostro giornale dal nostro vice direttore Lorenzo Baldo il 21 marzo 2014, nella Giornata della Memoria e dell’Impegno: Papa Francesco aveva incontrato i familiari delle vittime di mafia, definita da lui come "la più grande minaccia non militare contro la sicurezza di ogni nazione e stabilità economica internazionale” per poi lanciare la pena della scomunica, la massima pena per un cristiano che lo esclude dal contatto con la comunità dei fedeli e da Cristo: “I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati!”
Fu in quell'occasione che Bergoglio, dopo essere stato accompagnato da Don Luigi Ciotti, lanciò un altro duro monito: “Per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male!”.Convertitevi per non finire all'inferno, è quello che vi aspetta se continuate su questa strada. Avete un papà e una mamma, pensate a loro. Il potere, il denaro che voi avete adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo nell'altra vita”. “Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza: il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione in ogni parte del mondo e questo deve partire dalle coscienze e da lì risanare le relazioni, le scelte, il tessuto sociale così che la giustizia prenda il posto dell'iniquità”.  


ciotti luigi papa francesco beatopadre puglisi

Papa Francesco mano nella mano con don Luigi Ciotti

La scomunica per i mafiosi

La massima pena per un cristiano che lo esclude dal contatto con la comunità dei fedeli e da Cristo - come annunciato il 14 maggio 2021, avrebbe dovuto diventare legge canonica. Per ora la parola mafia nei codici ecclesiastici non esiste ancora ma ciononostante è indubbio che quella presa di posizione fece scaturire nell'animo di alcuni 'uomini d'onore' il desiderio di pentirsi. Mafiosi come Carmelo D'Amico, ora importantissimo collaboratore di giustizia dichiarato attendibile dalla magistratura.
Assieme alla mafia si fece promotore anche della lotta alla corruzione; lo dimostrò con un’intervista-colloquio molto intima all’AdnKronos del 30 Ottobre 2020 in cui il pontefice denunciò la corruzione strisciante nella Santa Sede. Al giornalista Gian Marco Chiocci il pontefice lo disse chiaramente: “La corruzione nella Chiesa è un male antico che si tramanda e si trasforma nei secoli”. “E’ una storia ciclica, si ripete, poi arriva qualcuno che pulisce e rassetta, e di nuovo si ricomincia in attesa che arrivi qualcun altro a metter fine a questa degenerazione". Il papa, come si suol dire, vuole “lavare i panni sporchi in casa”, con un processo di rivoluzione della Chiesa che parta proprio dalla lotta alla corruzione. “E’ una battaglia che devo fare, sono stato chiamato a farla”, affermò. “Poi sarà il Signore a dire se ho fatto bene o se ho fatto male. Sinceramente non sono molto ottimista - aveva detto confessando che il tema della corruzione è un problema secolare - però confido in Dio e negli uomini fedeli a Dio''. "Non credo possa esserci una sola persona, dentro e fuori di qui, contraria ad estirpare la malapianta della corruzione”, aggiunse il Vescovo di Roma.
In seguito, precisamente il 30 aprile 2020, introdusse una legge anticorruzione con una Lettera Apostolica in forma Motu Proprio per rafforzare la trasparenza nella gestione delle finanze vaticane. Tra le principali disposizioni, vi è l'obbligo per cardinali, capidicastero e dirigenti laici della Santa Sede di firmare una dichiarazione anticorruzione ogni due anni, in cui si attesta di non essere stati condannati o coinvolti in procedimenti per reati gravi come la corruzione, il riciclaggio, o il traffico di esseri umani. Inoltre, dovranno dichiarare la provenienza lecita di beni mobili e immobili, evitare investimenti in Paesi con alti tassi di riciclaggio e non detenere partecipazioni in aziende che operano contro la dottrina sociale della Chiesa, come quelle armamentarie. Vietò inoltre di accettare regali oltre i 40 euro e la Segreteria per l’economia avrà il compito di verificare la veridicità delle dichiarazioni, con possibilità di licenziare e chiedere danni in caso di dichiarazioni false.





Frequenti sono stati anche i suoi appelli alla pace e al disarmo incardinati sulla denuncia alle industrie di armi che speculano sulla vita umana.
Durante l'emergenza Covid-19 aveva gridato nel palazzo dell'ipocrisia delle Nazioni Unite contro le guerre e invitato gli Stati a creare corridoi umanitari per i più vulnerabili.
La vendita delle armi, ovvero il mercato in cui si trovano gli investimenti che danno più reddito nel Mondo, è "un peccato collettivo” dove si “guadagna per uccidere” disse Bergoglio.
La prova provata è negli almeno 1.000 miliardi di dollari investiti dal settore finanziario globale per sostenere la produzione e il commercio di armi tra il 2020 ed il 2022. Numeri svelati dal rapporto "Finance for War. Finance for Peace".
Numeri che spiegano il perché oggi è in corso quella che Papa Francesco chiama la “Terza guerra mondiale a pezzi” e che giorno dopo giorno rischia di trascinare l'umanità verso il baratro della catastrofe nucleare.


Guerra in Ucraina

Non rimase in silenzio nemmeno sul conflitto Russo-Ucraino prendendo sempre le parti dei popoli, la vera vittima di ogni conflitto: a Malta, il 3 aprile del 2022, secondo il pontefice sono due le cause della attuale guerra in Ucraina: l'"infantilismo" (citazione di Giorgio La Pira) di "qualche potente" (riferimento chiaro a Vladimir Putin) "tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti" e i grandi investimenti e commerci di armi. "Dall'est Europa, dall'Oriente dove sorge prima la luce", ha detto il Papa nel discorso al palazzo presidenziale della Valletta, "sono giunte le tenebre della guerra. Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti". "Ora - disse il Papa - nella notte della guerra che è calata sull'umanità, per favore, non facciamo svanire il sogno della pace".


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Poco dopo, però, Francesco riconfermando la sua condanna di quei paesi della Nato, come l'Italia, che hanno fissato un aumento delle spese militari disse che "oggi è tanto difficile pensare con la logica della pace. Ci siamo abituati a pensare con la logica della guerra. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra, che anche stavolta è stato alimentato negli anni. Sì, la guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi". E, ancora: "Gli ingenti fondi che continuano a essere destinati agli armamenti siano convertiti allo sviluppo, alla salute e alla nutrizione".
“La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari - ha affermato il pontefice -, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare un mondo ormai globalizzato, non facendo vedere i denti, e di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare
”, disse. Ma rimase, ancora una volta, inascoltato. Come quando, il 15 maggio 2023, ricevette il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità; al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace", gli disse.


Contro il genocidio a Gaza

''In nome di Dio basta bombe su Gaza''.
Sempre nel 2021 il romano pontefice, davanti alla folla di fedeli riunita in Piazza San Pietro, gridò contro le aggressioni al popolo palestinese, “In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro faccio appello alla calma e, a chi ne ha responsabilità, di far cessare il frastuono delle armi e di percorrere le vie della pace, anche con l’aiuto della Comunità Internazionale”. Papa Francesco nel corso della sua omelia ricordò che le prime vittime degli attacchi israeliani sono i bambini, dicendo che "la loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere" e che "il crescendo di odio e di violenza, che sta coinvolgendo varie città in Israele, è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini che sarà difficile da rimarginare, se non si riapre subito il dialogo".


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E poi, "Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro?", domandò Bergoglio, invitando poi i fedeli presenti a pregare "incessantemente" affinché israeliani e palestinesi "possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli. Preghiamo per le vittime, in particolare per i bambini”.
Con il continuare del conflitto il romano pontefice prese posizione sempre più dure nei confronti del governo israeliano: il 18 dicembre 2023 dichiarò che l'operato dell’esercito israeliano a Gaza “è terrorismo”. Papa Francesco tuonò durante l’angelus contro le “gravi notizie” che arrivavano dalla Striscia dove i militari dell'esercito israeliano uccisero due parrocchiane della chiesa cattolica che offrì ospitalità a centinaia di palestinesi. “Lì non ci sono terroristi ma bambini, famiglie, persone con disabilità, suore”. Bergoglio condannò furiosamente. “Civili inermi sono oggetto di spari e questo è avvenuto persino nel complesso parrocchiale dove una mamma e una figlia sono state uccise e altre persone ferite da tiratori scelti mentre andavano in bagno. E' stata anche danneggiata la casa delle suore di Madre Teresa di Calcutta, hanno colpito il loro generatore. Qualcuno dice che è terrorismo, è guerra. Sì questo è terrorismo, è guerra”.


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Pedofilia

Papa Francesco aveva abolito il segreto pontificio sui casi di abuso sessuale nel clero, riducendolo a semplice segreto d'ufficio e garantendo maggiore trasparenza nei procedimenti ecclesiastici. Inoltre, ha innalzato da 14 a 18 anni l’età massima delle vittime nei reati di pedofilia e pedopornografia e ha aperto ai laici i ruoli di avvocato e procuratore nei processi canonici. Le nuove norme, che sono entrate in vigore dal 1° gennaio 2020, hanno segnato una svolta nella lotta contro gli abusi nella Chiesa.
La posizione del pontefice in questo contesto è stata ben più incisiva rispetto ai suoi predecessori.
Ricordiamo infatti che il 17 Febbraio 2019 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha emesso una sentenza senza precedenti, dichiarando colpevole Theodore Edgar McCarrick, ex arcivescovo di Washington, per abusi su minori e adulti con abuso di potere. Papa Francesco aveva confermato la decisione di ridurlo allo stato laicale, rendendola definitiva e non impugnabile.
Abusare di un ragazzo per filmare un atto pedopornografico è demoniaco. Non può essere spiegato senza la presenza del diavolo” disse nel corso della sua intervista a Radio Cope il primo settembre 2021.
Durissima anche la denuncia delle vittime della pedofilia in Francia, abusate anni e anni da sacerdoti.


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Il pontificato di Papa Francesco è durato quasi 12 lunghi anni. Anni in cui ha cercato di riportare la Chiesa nell'orbita della missione che, religiosamente parlando, gli era stata affidata dal suo Fondatore, Gesù Cristo.
Anche un atto semplice come pregare davanti a un presepe di Betlemme, dove il Bambin Gesù riposa su una kefiah palestinese aveva provocato più di qualche polemica.
La sua immagine in raccoglimento davanti a quel presepe era una plastica rappresentazione della sua solitudine.
Cosa accadrà ora alla Chiesa? Proseguirà la corrente di Bergoglio oppure verrà eletto un Papa conservatore che riporterà oscurantismo e piatta teologia?
Non resta che aspettare la prossima fumata bianca.

Elaborazione grafica di copertina by Paolo Bassani. Realizzata con il supporto dell'IA

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