Il 16 ottobre 2014 venne ucciso il Giornalista, con la "G" maiuscola, nonché amico della nostra redazione, Pablo Medina.
Corrispondente di ABC Color, si occupava di denunciare il narcostato che, oltre ad aver soffocato la sua terra, il Paraguay, gli aveva tolto con la violenza alcuni fratelli. Articoli, inchieste, reportage di Medina erano diventati una spina nel fianco per quel sistema di potere criminale che allora e tuttora governa il Paese sudamericano, uno dei più poveri e istituzionalmente corrotti del continente. Per il suo lavoro preziosissimo di servizio pubblico Medina venne assassinato brutalmente insieme alla sua giovane collaboratrice Antonia Almada che di anni ne aveva solo 19 lungo una strada rurale di Villa Ygatimí, nel dipartimento di Canindeyú al confine con il Brasile.
A commissionare l’assassinio del giornalista, ucciso sotto i colpi di una pistola calibro 9 mm, è stato Vilmar “Neneco” Acosta, politico del ‘partito Colorado’, ripetutamente denunciato da Pablo Medina, come uomo vicino al narcotraffico della zona e coinvolto in altri delitti. Acosta è stato condannato ad oltre trent'anni di carcere che sta trascorrendo presso il Penitenziario Nazionale di Tacumbú. Nel dicembre 2021, invece, è stato condannato a 36 anni di carcere Flavio Acosta, uno dei sicari; mentre si aspetta il processo per Wilson Acosta, l'altro killer, anch'egli arrestato in Brasile nel maggio 2020.
Pablo Medina con Giorgio Bongiovanni
L'11 luglio del 2023, invece, venne arrestato nella città di Pedro Juan Caballero un uomo di 29 anni di nome Gustavo Benitez Gadea, ricercato come presunto membro del gruppo di fuoco.
L’arrestato era stato coinvolto in un incidente stradale nella città brasiliana di Paranhaos e nel momento in cui è stato trasferito all'Ospedale di Ponta Porá sotto il nome di Gustavo Acosta Gadea (l’identità di cui si avvaleva) e successivamente all'ospedale regionale di Pedro Juan Caballero - presentando fratture ad entrambe le gambe ed altre lesioni di minore entità- è stato possibile stabilire che si trattava di una persona ricercata dalle autorità. Sebbene ci sia il sospetto che abbia partecipato al duplice omicidio dei giornalisti, vi è la certezza che non sia estraneo ad altri omicidi commessi anni fa, probabilmente come parte del cosiddetto clan Acosta.
Appena il ferito è stato ricoverato presso l'ospedale di Pedro Juan Caballero si è indagato sulla sua identità procedendo a riscontri di impronte digitali e fotografici, riuscendo a stabilire senza alcun dubbio che quella persona era in realtà Gustavo Benitez Gadea, ricercato per il presunto coinvolgimento nel delitto dei giornalisti e negli omicidi di due uomini: Amalio Núñez Rolón e l'ex sindaco di Ipejhú, Julián Núñez, commessi rispettivamente il 28 maggio ed il 1 agosto del 2014.
La notizia di questo nuovo fermo di un presunto terzo coinvolto nel fatto di sangue di Villa Igatimí, evidenziò drammaticamente il livello di infiltrazione del crimine organizzato in Paraguay, in un contesto che vede l'ideologia narco mafiosa permeare violentemente la società intera, in cui c'è ancora un omicidio su cui permangono ombre e dubbi: quello del procuratore Marcelo Pecci.
L'impatto del delitto dei giornalisti Pablo Medina ed Antonia Almada, avvenuto 10 anni fa, sembra non avere fine e ricordarlo è anche denunciare il traffico internazionale di stupefacenti infinito che passa dal Sud America e tramite la 'Ndrangheta arriva in Europa.
Ricordare Pablo Medina è un dovere per onorare anche tutti quei martiri che si sono frapposti a certi poteri.
Affinché non ci sia più la morte di un giusto.
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