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Arrivano i black bloc dei fascisti con violenza

Un attivista al megafono grida: “L’Italia fermi la vendita e l’invio di armi a Israele. Finisca immediatamente il genocidio a Gaza”. "Siamo di fronte a un genocidio, 40mila morti, la metà bambini, ma voi ci fate solo domande che vi servono a costruire un teorema", aggiunge un altro rivolgendosi alla stampa. Partono i cori: “Palestina libera”. “Meloni assassina”, “Joe Biden assassino”, “Netanyahu assassino”.
E poi ancora un altro attivista: "I giornalisti e il governo hanno provato a dividere la piazza, palestinesi buoni e palestinesi cattivi, ma c’è solo un popolo palestinese. Chi sono i terroristi oggi? Chi è che manda armi e munizioni? Il governo italiano, che oggi ci impedisce di essere in piazza, aveva detto che aveva smesso di armare Israele, ma non l’ha fatto. Migliaia di persone sono state bloccate in tutto il Paese e gli hanno impedito di manifestare".
Sono oltre seimila i partecipanti alla manifestazione per la Palestina a Roma lanciata dai Giovani Palestinesi d’Italia e dall'Unione democratica arabo-palestinese (Udap). Nonostante il divieto al corteo espresso dalla Questura (confermato anche dal Tribunale amministrativo del Lazio – cui l'Udap aveva fatto ricorso), tanti giovani, palestinesi e non, studenti, anziani, semplici cittadini hanno raggiunto piazzale Ostiense, davanti alla metro Piramide. La piazza è blindata: un imbuto.


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© Jamil El Sadi



Oltre 1500 gli agenti in strada con camionette e grate disposte per chiudere l'accesso a tutte le strade che escono dal piazzale. Un dispiegamento di forze dell'ordine senza precedenti. Molti manifestanti hanno avuto il permesso di raggiungere il corteo solo dopo essere stati identificati, perquisiti (soprattutto zaini) e fotografati.
Pian piano il piazzale si riempie di bandiere palestinesi, del Libano, dell’Egitto, della Pace. Al megafono si alternano le voci dei gruppi presenti in piazza: giovani palestinesi, studenti, Cobas, Carc e altre sigle comuniste.
Di fronte ai settemila manifestanti pacifici, almeno inizialmente, prevale comunque il buonsenso. E dopo un’ora di trattative con la Digos viene persino permesso un corteo lungo il perimetro del piazzale.
Tutto bene?
Per niente. Perché all'improvviso presunti black bloc - loschi figuri vestiti di nero, incappucciati, con mascherine e occhiali scuri -, si sono infiltrati fino a raggiungere la testa del corteo.
Giovani palestinesi, anziani, cittadini pacifici sono stati letteralmente scalzati, allontanati anche con violente spintonate. Hanno preso gli striscioni di testa e la tranquillità è finita. Lo abbiamo visto con i nostri occhi. E ci sono anche registrazioni che lo comprovano.


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Elly Schlein © Imagoeconomica


Ecco come si rovina la lotta per la causa palestinese. Ecco come si fa il gioco dell’entità sionista.
Infiltrando una manifestazione pacifica, in modo da permettere a questo Governo fascista di agire come meglio crede, malmenando a loro volta chi scende in strada per protestare. Lo abbiamo visto tante e tante volte.
E lo chiedeva uno dei più loschi capi di Stato che abbiamo avuto: Francesco Cossiga. In un'intervista del 2008 al Quotidiano Nazionale rispetto alle proteste degli universitari diceva: "Bisogna lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. In che senso? Nel senso che le forze dell’ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano".
Questa era la sua "ricetta democratica". Ed oggi abbiamo visto un esempio di queste infiltrazioni fasciste con un gruppo di persone che improvvisamente si sono messe alla testa del corteo per andare dritti contro il cordone delle forze dell'ordine.
Ed immediatamente è giunto il caos con lanci di bottiglie, manganellate, ombrellate, lanci di bombe carta.





Gente venuta a Roma tutt'altro che per aiutare la causa palestinese.
La stampa di regime ha già iniziato a bollare come criminali l'intero popolo di manifestanti. Ma la verità è un'altra.
È lecito pensare che il governo fascista abbia permesso l'ingresso di questi delinquenti criminali e violenti per legittimare le repressioni.
Nei giorni scorsi era stata fatta girare la voce che si temeva l'arrivo di frange violente. Ciò ci fa pensare che questi soggetti erano già stati individuati. Se così è, perché hanno potuto raggiungere la piazza e la testa del corteo?


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© Jamil El Sadi


Può essere solo un'ipotesi, ma è legittimo credere che ci sia stata un'opera di questo tipo.
Questo Governo picchiatore e fascista ha già dimostrato più volte il proprio volto violento. È avvenuto due anni fa, a Palermo, quando cittadini e studenti che manifestavano contro la mafia e le ipocrisie delle Istituzioni sono stati manganellati il 23 maggio. È avvenuto in maniera quasi sistematica in tutte le manifestazioni pro-Palestina. Per quelle manganellate spropositate avevano ricevuto pesanti contestazioni.
Per questo serve una "scintilla" che possa giustificare la violenza.


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Giuseppe Conte © Imagoeconomica


C'è un clima pesante nell'aria. Un clima che rischia di riportarci ai tempi del G8 di Genova, nel 2001, dove le forze dell'ordine furono legittimate politicamente nel compiere ogni tipo di abuso. Ricordiamo il massacro della Diaz o le torture alla caserma di Bolzaneto. Appena due giorni prima era morto il giovane Carlo Giuliani durante gli scontri con le forze dell'ordine, colpito al volto da un proiettile sparato da un Defender dei Carabinieri.
Oggi più che mai c'è aria di regime. Ed è in questo momento che i diritti civili diventano fragili e possono essere sospesi in qualsiasi momento, per qualsiasi ragione, anche per nessuna ragione. Così fanno i governi fascisti e totalitari. E il ddl 1660 né è una dimostrazione.
E in tutto questo cosa fa l'opposizione? Cosa fanno il Pd della perbenista Elly Schlein o il Movimento 5 Stelle dell'avvocato carismatico Giuseppe Conte?
Perché non scendono in piazza per le grandi battaglie così come facevano Enrico Berlinguer e Pio La Torre, sempre in prima linea contro l'imperialismo americano e contro le guerre? La loro è un'assenza che pesa.
Ciò vuol dire che non c'è un'opposizione in Italia. In attesa che arrivi qualche leader che davvero possa incarnare quei valori veri di una politica capace di schierarsi contro il fascismo, contro la guerra e contro la mafia. Senza ipocrisie e senza mezze misure.

Foto di copertina © Jamil El Sadi

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