Giustizia per Satnam Singh
Ai tempi della Bibbia, per i credenti, esisteva la legge del taglione “Occhio per occhio, dente per dente” (Esodo 21,24-27).
Nel nostro Paese, laico e non governato da Dio, ma dagli uomini, ovviamente non è applicabile un principio simile.
Ma sono queste le reazioni emotive che si provano quando avvengono fatti come quelli che hanno visto morire il trentunenne bracciante indiano Satnam Singh.
Ciò che è avvenuto non è solo scandaloso, ma disumano.
Lunedì pomeriggio era rimasto vittima di un incidente sul lavoro all'interno della società cooperativa agricola, Agrilovato, sita a borgo Santa Maria, a Latina. È morto all’ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato in gravissime condizioni. Aveva perso un braccio, completamente staccatosi dal corpo dopo essere rimasto incastrato in un macchinario avvolgiplastica. Nell’incidente erano rimasti schiacciati anche gli arti inferiori. Ma invece di ricevere soccorsi, Satnam Singh era stato abbandonato davanti alla sua casa con l’arto tranciato. Addirittura un pezzo era stato poggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Purtroppo solo in quel momento sono stati allertati i soccorsi.
Nei giorni scorsi l'autopsia è stata chiara. Se fosse stato portato tempestivamente in ospedale, avrebbe potuto essere salvato.
Dunque cosa meriterebbero i proprietari dell'azienda in cui lavorava Satnam?
A nostro parere l'ergastolo, così come viene dato agli stragisti mafiosi o a chi compie un omicidio volontario. Perché è un dato di fatto che con le loro scelte non hanno voluto salvare il giovane Satnam.
Oggi ad essere indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso è Antonello Lovato, figlio del titolare dell'azienda, Renzo, ma in questi giorni, grazie a un'inchiesta giornalistica, si è appreso che proprio quest'ultimo è a sua volta indagato dal 2019 per caporalato. Un'inchiesta da cui emerge il forte sfruttamento dei braccianti, privi dei diritti più basilari, sottopagati, spesso senza contratto e senza un permesso di soggiorno regolare. Proprio come accadeva per Satnam Singh.
Migranti che giungono in Italia con una speranza di futuro ma che diventano schiavi di uomini uguali se non peggiori dei mafiosi, capaci di guardare solo al Dio denaro e al profitto.
Noi siamo Cristiani e non vogliamo la pena di morte per i titolari dell'azienda.
Ma di fronte a quanto è avvenuto deve esserci una punizione severa.
Perché una volta per tutte va messo un freno al caporalato, una forma criminale diffusa in tutto il Paese per un giro di affari che vede anche la partecipazione delle mafie.
Sappiamo che l'azienda è allo stato sotto sequestro, ma non basta.
Questi signori, lo ripetiamo, devono andare in carcere, essere condannati all'ergastolo e devono provvedere a vita all'assistenza ai familiari del giovane indiano.
Noi non sappiamo per chi hanno votato i titolari dell'azienda di Latina. Poco importa.
Tutti i governi fino ad oggi hanno fatto finta di combattere il cancro del caporalato, così come hanno finto di contrastare le mafie.
Ma oggi si deve dire basta. Si deve pretendere verità e giustizia sul decesso di Satnam Singh. Si deve far sì che non ci siano più altre vittime come lui.
Quel che sta accadendo in questo Paese è inquietante sotto tutti i punti di vista.
Economico, sociale, culturale e soprattutto politico con un governo fascista ed amico dei mafiosi.
Negli anni Venti e Trenta il fascismo di Mussolini seguiva logiche certamente nefaste, ma chi oggi siede al potere supera di gran lunga quella follia.
Le manganellate; i bavagli all'informazione; le delegittimazioni e gli attacchi contro la magistratura; il sostegno alle guerre sono specchio di una deriva autoritaria che sta prendendo sempre più piede.
Viene messa in atto una finta democrazia, nel frattempo vengono proposte leggi anticostituzionali, anti-antimafia, e così via.
Ecco perché i fascisti di oggi sono più pericolosi di Mussolini. Perché nel loro animo perseguono una follia simile a quella del Joker, antagonista scriteriato e sanguinario della saga di Batman.
Continuamente assistiamo ad abusi, perversioni e follie di un sistema corrotto fino al midollo.
Un Paese che vede negli ambienti del potere, della politica, dell'imprenditoria, dell'alta finanza, della massoneria, degli apparati deviati dello Stato quei mandanti e concorrenti esterni che hanno voluto e perpetrato le stragi e che hanno ucciso chiunque abbia cercato di frapporsi ad essi.
Per far fronte a questa nuova deriva non è più tempo di eroi. E' tempo che il popolo si svegli, una volta per tutte. Prima che sia davvero troppo tardi.
In foto da sinistra: Renzo e Antonello Lovato
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