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Il magistrato al festival di We Make Future: "L'Intelligenza Artificiale può aiutarci a contrastarla"

Bisogna assolutamente imparare a conoscere la Ndrangheta ed altri fenomeni criminali andando oltre il racconto molto parziale che ancora oggi ne viene fatto. La ‘Ndrangheta è un network criminale che opera a livello mondiale. E’ molto altro rispetto a quello che tutt’oggi, purtroppo, viene raccontato”. A dirlo è il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, intervenuto alla Fiera Internazionale su AI, Tech & Digital Innovation organizzata da “We Make Future” a Bologna. Intervistato da Cosmano Lombardo, ideatore di “We Make Future”, il magistrato ha fatto una disanima attuale della ‘Ndrangheta a livello globale, dei suoi affari internazionali, delle sfide che sta affrontando la procura reggina e le forze dell’ordine per combatterla e degli strumenti investigativi necessari a questo scopo. L’origine della ‘Ndrangheta “la conosciamo tutti - ha affermato Lombardo - ma pensare che sia un problema soltanto calabrese è molto grave nella misura in cui non serve un approccio del genere per sconfiggere un fenomeno che ha caratteristiche molto diverse. Oggi è più presente all’estero, nelle sue dinamiche criminali evolute, di quanto lo sia ancora in Calabria”. Stiamo parlando di un’organizzazione criminale, ha aggiunto, “che movimenta miliardi di euro”. Secondo il magistrato della Dda, “la ‘Ndrangheta è il principale player probabilmente a livello mondiale nel narcotraffico”. A riprova di ciò il magistrato ha ricordato il risultato dell’operazione “Eureka”, realizzata dai carabinieri, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, il 3 maggio 2023.In una sola operazione di polizia giudiziaria noi abbiamo sequestrato tonnellate di cocaina. Il controvalore di una sola operazione di polizia giudiziaria, e noi ne facciamo centinaia all’anno, era di 2 miliardi e mezzo di euro. E allora quando si parla di volumi d’affari di 220miliardi di euro in un anno probabilmente non siamo lontani dalla realtà”, ha spiegato. 

A detta di Giuseppe Lombardodobbiamo tutti cambiare il modo di osservare le grandi mafie e purtroppo è arrivato il momento di rendersi conto che sono molto più serie molto più vicine alle attività quotidiane che ognuno di noi svolge, non soltanto in Calabria e non soltanto in Italia, per arrivare a soluzioni possibili nel prossimo futuro”. Rispetto alle attività investigative svolte da Lombardo il magistrato ha risposto anche a una domanda sull’inchiesta “Gotha”, da lui condotta insieme ad altri colleghi della Dda di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri. Un processo che ha riunito le inchieste 'Mammasantissima', 'Reghion', 'Fata Morgana', 'Alchemia' e 'Sistema Reggio' e che ha permesso ai magistrati di ipotizzare l'esistenza del "cosiddetto livello degli invisibili della ‘Ndrangheta”. Oltre a riscrivere un pezzo di storia passata e recente delle organizzazioni criminali, ma anche della politica calabrese. “Abbiamo compreso che la ‘Ndrangheta ha una base che è fatta dalla cosiddetta componente visibile, quella che si manifesta sui territori, poi al di sopra, molto probabilmente, c’è una testa pensante, che è quella che fissa le strategie criminali. Ovviamente fino a sentenza definitiva non stiamo parlando di persone penalmente responsabili, certamente, però, ci sono una serie di tracce che ci fanno pensare che le grandi organizzazioni criminali alla giornata ma abbiano dei progetti e dei programmi molto seri. Questo spiega perché a livello mondiale sono diventate così ricche e potenti”. Altro punto toccato riguarda gli strumenti di contrasto alla ‘Ndrangheta che possano competere, o meglio vincere, le tecnologie sofisticate che questa adopera per fare affari senza essere scoperta.

Le grandi componenti mafiose hanno necessità di comunicare, spostare enormi capitali e di farlo attraversi sistemi sicuri”, ha esordito sul tema il pm. “E’ chiaro che utilizzano nuove tecnologie e utilizzano tutta una serie di piattaforme di comunicazione che servono a rendere i messaggi che trasmettono inaccessibili all’azione giudiziaria”. Quindi “è assolutamente indispensabile che anche chi contrasta questi fenomeni abbia a disposizione strumenti molto evoluti”. L’Italia, a dire del magistrato, “sta crescendo da questo punto di vista”. “Non possiamo dire di essere all’avanguardia, perché probabilmente dal punto di vista tecnologico si è rimasti un po’ indietro, ma ritengo che si possa recuperare il tempo perduto e che l’intelligenza artificiale possa aiutarci”. Ad esempio, secondo Lombardo, può essere utile “a riconoscere, attraverso i cosiddetti indicatori di mafiosità, quella che sarà la ‘Ndrangheta del domani. Perché il dato forse più importante e meno conosciuto è quello che anche Giovanni Falcone segnalava. Per forza di cose inseguiamo il fenomeno criminale perché il reato, per essere contrastato, deve essere un fatto già accaduto dal punto di vista fenomenico. Non possiamo vivere di pre-crimine. Ma ci può aiutare un applicativo particolarmente evoluto a ridurre la lunghezza di distanza che c’è tra chi commette il reato e chi deve fare le indagini perché quel reato possa essere ricostruito e quindi sanzionato in sede giudiziaria. Io penso che nel prossimo futuro questi risultati arriveranno”.

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