"Il colpo inferto dalla 'squadra Stato', perché l'indagine ha visto la collaborazione anche dell'Arma dei carabinieri, è particolarmente significativo in un periodo come questo, in cui ci apprestiamo a celebrare il sacrificio dei giudici Falcone, Borsellino, Morvillo e i nostri colleghi che per tutelarli hanno perso la vita". Così il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine, dopo il maxi blitz antimafia eseguito da polizia e carabinieri che ha portato all'arresto di 31 persone tra vertici, gregari e soldati del mandamento di Brancaccio.
Per il capo del Dac l'organizzazione mafiosa, "pur permanendo la pericolosità, non ha più la struttura e la potenza militare, organizzativa, strategica che aveva 30 anni fa. E' una struttura che stiamo combattendo con grande efficacia". Tuttavia, avverte il prefetto Messina, non è possibile abbassare la guardia. "Non abbiamo esaurito la nostra attività. La guerra non è ancora finita, dobbiamo concludere un'attività di contenimento per poi pensare a una futura eradicazione. Credo che la Procura di Palermo e le forze dell'ordine, Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza e Direzione investigativa antimafia hanno ormai un know-how e sono indirizzate nell'azione di contrasto che è piuttosto efficace", ha concluso Messina.
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Prefetto Messina: ''Mafia non ha potenza militare di 30 anni fa, ma guerra non è finita''
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