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vinci-anna-web0Il nostro è un Paese strano
di Anna Vinci - 3 febbraio 2014
Qualche giorno fa il 27 gennaio, è stato uno degli anniversari più tristi per il nostro paese: venti anni dalla ‘discesa in campo’ di Berlusconi, venti anni di inquinamento delle coscienze, che hanno fatto dell’Italia un paese avvilito e rancoroso, ovvio che ci sono voluti tanti aiutanti, molti servi, notevoli pavidi e corrotti, per contribuire a questa deriva. Sì, siamo malati. Avremmo altrimenti potuto sopportare così a lungo la presenza ingombrante, sgradevole, invasiva di un uomo che ci ha incatenati al suo delirio di onnipotenza, alla sua pochezza morale, alla sua anima oscura, alla soluzione dei problemi personali – affari a malaffare – suoi e delle sue aziende?! Ora, dopo averci deliziato con la sua presenza giovanilistica, ceroni e ritocchi, lui il grande imbonitore, rivede la sua immagine.

Non potendo competere con Renzi per quanto riguarda la giovinezza, la butta sulla vecchiaia. Prepariamoci ai nuovi spot: Renzi è giovane, ha energie, ma la giovinezza pur con tutta la sua forza, può forse competere con la saggezza di un patriarca, di un padre e nonno e fidanzato (sic!). E via il passato, Olgettine e compagni di avventura. Avanti la nuova fidanzata riveduta e corretta, avanti il nuovo consigliere politico, un parto del tubo catodico. Il nostro è un paese strano. Ora che Renzi faccia il Renzi, del resto dopo venti anni di deriva democratica, che potevamo chiedere? Il nuovo capo che avanza, e che non vuole misurarsi con il passato, né con gli errori, né con quel poco di buono – diamine ci sarà  – dei padri, ha fretta, vuole, almeno voleva, rottamare.  
Ascoltare l’altra sera Renzo Piano a Otto e mezzo, intervistato da Lilli Gruber, è stato un momento di serenità, una boccata di aria pura, in questa atmosfera asfittica, sovraeccitata che ci avvolge. Ha usato, Piano, una parola presa in prestito dal linguaggio delle arti femminili. Parlava di rammendare le periferie, là dove i palazzi sono abbandonati, o pericolanti e ciò richiede pazienza, molta umiltà e immaginazione perché si prefigge di cercare il bello là dove c'è degrado. Ma Renzi non conosce l’arte del rammendo, perché colui che rottama, butta, così come colui che ricicla, nasconde. E poi, incredibile, Renzi, il rottamatore, si trova in profonda sintonia – questo il concetto da lui espresso – con un vecchiola-mafia-non-lascia-tempo-big truffatore di settanta sette anni. E il game over? Boh! Va bèh, su, almeno è adamantino il Vecchio. Ah, sì una condanna in terzo grado, vari processi, “odore” di mafia... Addirittura profonda sintonia. Almeno poteva controllare il suo entusiasmo, limitarsi a sottolineare una certa sintonia, una qualche sintonia, meglio ancora dire: ‘non lo reggo e mi turo il naso, ma lo faccio per il Paese’. Come le donne timorate di Dio del tempo che fu: ‘non lo faccio per piacer mio ma per far  piacere a Dio’. Costruire una legge elettorale (accordo raggiunto) con uno che ha rovinato il Paese, arricchendosi anche con mezzi impropri!? (Almeno secondo l’ultima condanna in terzo grado). Il paese sprofonda, le sue aziende si arricchiscono, in che modo? Renzi, tu sei curioso, non hai voglia di capire il modo. Già, è un dettaglio. Li guardo i due leader, e non ci credo. Questo mi chiedo: è possibile ancora una sfida con lui dall’altra parte!? Non mi do pace. Rimettere in pista il Vecchio e batterlo e avere lo scalpo, vincere la sfida tra maschi alfa, quanto di meglio per Renzi. E per il paese cosa è meglio? Per noi cittadini cosa è meglio? Ora Renzi faccia il Renzi, colui che vince, che stupisce, colui che ha fatto quello che in venti anni altri non hanno fatto, però... ancora un salvatore. No, grazie, salviamoci da soli: già dato. Poi, ha anche ragione. Infatti per venti anni non hanno risolto in parlamento il conflitto di interessi, che è prolificato. E guarda, guarda, proprio ora, diamine, Letta il giovane si risveglia, afferma di voler affrontare l’annoso problema: il conflitto di interessi! Ma che vogliamo la luna, esclama infastidito un ministro, credo sia renziano, anche se non esistono più le correnti nel PD. E se poi Renzi sbaglia i conti?! E se vincesse ancora il Vecchio? Possiamo dimenticare che si vince anche grazie ai denari, al controllo dei voti, e chi controlla i voti? Caro Renzi, fai un giro per l’Italia, o senza scomodarti dalla tua Firenze, chiedi al caro Verdini di presentarti qualche notabile di Forza Italia. E quindi, se Renzi i conti li sbaglia? Che angoscia.
Renzi le sente le affermazioni di Riina? Totò ‘U’curtu’, indomito, che ancora lancia minacce, per parlare a chi? Per pretendere cosa? Per rammentare cosa? Ha letto le ultime dichiarazioni di Di Carlo?  Per esempio, alcune frasi del dissociato di mafia, al giornalista che lo intervista Enrico Bellavia (Repubblica 29 gennaio): “... Non ho preso parte alle stragi e non le avrei condivise, ma ero in carcere e ho ricevuto visite da esponenti di servizi che mi hanno proposto un accordo per fermare Falcone [...] Accadde prima dell’attentato all’Addaura dell’89, venne a trovarmi un emissario di un ufficiale dei servizi che era stato il mio tramite con il generale Santovito per tanti anni. Con lui c’era il capo della Mobile Arnaldo La Barbera, quest’ultimo non si presentò, ma assistette. Non lo conoscevo, lo riconobbi in fotografia in seguito. Vennero a chiedermi di trovare un modo per costringere Falcone ad andar, a cambiare mestiere. Mi spiego così l’attentato dell’Addaura”... Il nostro caro Vecchio, ora la-p2-anselmi-vinciravveduto e accasato, con cane al seguito, resta legato al peggio della storia di Italia, e parliamo di misfatti – uso un eufemismo – dalla P2 alla mafia, per interposta persona o direttamente. Giuseppe Santovito, di cui parla Di Carlo, era iscritto alla P2 e alla P2 era iscritto il Vecchio e così un suo fido collaboratore, una mente, l’uomo nell’ombra, Luigi Bisignani, quello che sussurra ai potenti. E un altro signore, uno meno in ombra, conosciuto soprattutto alle procure, Flavio Carboni, sardo faccendiere, un collezionista di P2, fu coinvolto anche nella P3, coinvolto nell’omicidio di Roberto Calvi, legato al cassiere della mafia Pippo Calò grande riciclatore del denaro della Mafia e altre amenità. Eh, ancora, con questa vecchia storia della P2. Risento la voce dell’Anselmi raccontare: “Quando mi occupavo della P2, molti mi dicevano: ‘ancora, Tina, con la P2.’ E bisbigliavano tra di loro, non tanto che io non potessi sentire: ‘Ma cosa vuole questa Anselmi, che fissazione. Gelli e la massoneria’.” Già, Gelli! Sul suo banco alla Camera Tina Anselmi, una mattina, trovò un mazzo di fiori. Non era di auguri, ma era un memento.  
Basta ricatti dei piccoli partiti, sentenzia Renzi. La funzione dei piccoli, che rappresentano delle minoranze dovrebbe essere quella di testimoniare, opporsi democraticamente. Ma Renzi non crede che certe cattive abitudini cambino: i piccoli sanno e sapranno solo ricattare. Non ha speranza nel futuro, se non in lui e nei suoi amici, sono un gruppo prescelto, e la qualità in gran parte deriva dal fatto che sono giovani e nuovi. Ritorniamo al solito linguaggio: usato, nuovo, rottamato. Da consumo. Certo quelli di Forza Italia, la prima, erano stati scelti con una selezione nei club di Dell’Utri, altro grande patriota, che considera Mangano, un eroe. Mangano, mafioso e killer per Bontade e compagni, condannato dalla Giustizia italiana, stalliere per Berlusconi: un altro riciclato. E lo strapotere dei grandi? Renzi lo sottovaluta? Scilipoti e Razzi insegnano. Corruzione e ricatti. Togliamo i ricattatori e lasciamo libera manovra ai corruttori che avranno più chances, sai che ressa di questuanti nei grandi partiti! Caro Renzi, cerca un attimo di tirare il fiato. Non sei alla ‘Ruota della fortuna’, non hai i minuti che ti rincorrono. Purtroppo per il nostro Paese, siamo alla... roulette russa.  E tu stai prestando la pistola al caro leader per un giro!

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