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Categoria: Inchieste
Editore: Fazi Editore
Pagine: 185
Prezzo: € 15.00
ISBN: 9788881125203
Anno: 2004

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Recensione

Dopo La fine della libertà (2001) e Le menzogne dell’impero (2002), bestsellers tradotti in venti paesi, un nuovo contributo di Vidal alla riflessione politica interna ed esterna agli USA.

In prima edizione mondiale.
Democrazia tradita raccoglie 10 saggi mai pubblicati in Italia, due dei quali inediti anche negli Stati Uniti e dedicati alle prossime elezioni presidenziali americane.
Nel saggio principale della raccolta, “Stato dell’Unione 2004”, Vidal riassume la propria visione dell’attuale momento storico della democrazia statunitense, giudicandolo in modo disastroso.
Ma quel che l’autore trova ancor più preoccupante è il “salto di qualità” che l’amministrazione Bush ha fatto compiere al Paese e che può subire un’inversione di tendenza solo con la sua sconfitta alle prossime elezioni.
Dure le accuse che Vidal rivolge a Bush, proponendo una lunga serie di argomentazioni per cui il Congresso dovrebbe procedere all’impeachment, condannandolo a cinque anni di prigione e multandolo secondo il False Statement Statute, la legge costituzionale che punisce chi mente al popolo e al Congresso nell’esercizio della propria funzione di membro del governo.
Entrando poi nel merito delle prossime elezioni, secondo Vidal potrebbe essere in atto una manovra per tentare di falsare i risultati tramite sistemi di voto elettronico che sono stati giudicati assolutamente insicuri da commissioni ufficiali del Congresso americano.
Inoltre le tre aziende che gestiscono la commercializzazione di questi sistemi (sui quali per legge nessuno potrà intervenire o controllare, tranne le stesse aziende) non nascondono le proprie simpatie per Bush, tanto che uno dei loro dirigenti ha recentemente sottoscritto un appello al finanziamento della campagna di Bush nell’Ohio, dichiarando «di impegnarsi perché i voti degli elettori dell’Ohio siano a favore del presidente».
Per fortuna, nota Vidal, sta nascendo negli Stati Uniti un grande movimento di protesta, per quanto censurato dai media. È a questo movimento e alla possibilità che ne nasca un terzo grande soggetto politico, finalmente alternativo a un sistema bipartitico totalmente manipolato dai grandi poteri economici, che il grande vecchio affida le sue ultime – ma ancora vive – speranze.

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