L'intreccio perverso tra mafie e finanze
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La «mano invisibile», regolatrice dei mercati, è una finzione. Ben altre mani fanno sentire il loro peso sul mondo reale e nei santuari della finanza, Wall Street in testa: sono quelle del crimine. L’incontro tra malaffare e «colletti bianchi» è una realtà che non interessa solo livelli marginali dell’economia, ma che ormai riguarda le aree strategiche del sistema. Jean François Gayraud e Carlo Ruta – tra i massimi esperti del fenomeno mafioso – in questo saggio in forma di dialogo raccontano le vicende dei «colletti criminali» negli ultimi cento anni, fino ai nostri giorni: dai «baroni ladri» statunitensi dei primi decenni del Novecento, i Morgan, i Rockefeller, fino a Sindona e Madoff, passando per le «mafie in guanti gialli», l’affaire Lockheed e i paradisi fiscali. Le organizzazioni criminali e le grandi corporation, secondo gli autori, si muovono allo stesso modo e hanno gli stessi obiettivi: entrambe si servono della corruzione per ragioni di autoconservazione e per proteggere i propri affari. La follia finanziaria degli anni 2000, con il frutto avvelenato del subprime, trova la sua origine nella deregulation: il deficit di controlli, di sorveglianza e di repressione, ha prodotto condotte fraudolente in serie, che sono accidentali, ma sintomi di un sistema divenuto senza regole.