I CENTO GIORNI CHE CONDANNARONO IL GENERALE DALLA CHIESA
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Un libro che fa luce su uno dei più clamorosi e misteriosi «buchi neri» della storia d’Italia: l’assassinio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato dal governo prefetto del capoluogo siciliano per combattere la mafia. A trent’anni esatti dalla morte si raccontano i suoi cento giorni nel capoluogo siciliano, il contesto politico in cui maturò il delitto e le troppe ombre che ruotano intorno alla strage di Via Isidoro Carini. Il processo sull’assassinio del generale, infatti, pur facendo riferimento a possibili «zone grigie», ha condannato soltanto il primo livello di Cosa Nostra, l’ala militare, quella che ha commesso materialmente il crimine, senza addentrarsi su eventuali «mandanti esterni» che – secondo quanto è acclarato da altre sentenze – stanno dietro ai delitti eccellenti di quegli anni. Attraverso gli atti processuali e testimonianze inedite si delineano i probabili moventi sull’uccisione del generale Dalla Chiesa che venne spedito a Palermo per contrastare la mafia senza avere i poteri necessari. Un unico «filo nero» che si dipana dagli anni Settanta agli anni delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, e che vede coinvolte costantemente le stesse entità: mafia, politica, alta finanza, servizi segreti deviati, massoneria e P2. Il libro si avvale delle interviste che l’autore ha realizzato con Nando Dalla Chiesa, Gian Carlo Caselli, Giuseppe Ayala, Alfredo Galasso, Riccardo Orioles, Vincenzo Gervasi e tante altre autorevoli personalità del mondo della politica, della magistratura, del giornalismo, le quali, oltre a ricordare la figura dell’ufficiale, tirano le fila sui motivi che portarono alla sua eliminazione.