ASCESA E TRAMONTO DI UN LEADER POLITICO DI TERRA DI LAVORO
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C’è chi nasconde i fatti perché certe cose non si possono dire”. Sembra strano come questo stralcio di introduzione di un libro di Marco Travaglio, uscito nel lontano 2006, possa essere calzante con la storia che raccontiamo oggi. Il libro di Travaglio si intitola: La scomparsa dei fatti ed è ciò che si vuole fare con un altro libro che non faticheremmo a definire, a detta stessa di uno degli autori con il quale abbiamo avuto modo di parlare, un libro 'fastidioso'.
Il protagonista è Nicola Cosentino, il libro, si intitola Il Casalese. Gli autori, 9 giornalisti campani, credendo di assolvere al loro mestiere e di raccontare quindi i fatti, hanno raccontato – come esemplificato nel sottotitolo – il tramonto e l'ascesa del parlamentare del Pdl.
Parlando però dei legami familiari dell'ex sottosegretario all'Economia berlusconiano, sono incappati anche nella figura di Giovanni Cosentino, il quale sentendosi diffamato da alcune affermazioni riportate nella pubblicazione – nel marzo scorso, dopo l'uscita della seconda edizione del libro – ha chiesto alla casa editrice, a quattro dei 9 autori e alla tipografia che l'ha stampato, 1 milione e 200 mila euro di risarcimento, oltre che il sequestro e la distruzione di tutte le copie presenti sul mercato. La prima udienza, tenutasi la mattina di giovedì (5 aprile) ha visto un rinvio al 24 di questo mese.
Inutile dire che, a nome di Wilditaly.net, esprimo la più totale solidarietà agli autori e alla
casa editrice (la Centoautori di Villaricca).
I motivi, credo siano piuttosto ovvi:
1) Rispettiamo appieno il lavoro della magistratura e crediamo che chiunque si ritenga diffamato abbia il sacrosanto diritto di difendersi. Ciò che non tolleriamo è che, oltre alla richiesta di risarcimento, si richieda il sequestro e la distruzione di un libro. Ma neanche i libri invenduti vengono mandati al macero. Perché tanto accanimento visto che, qualora il giudice dovesse dar ragione al querelante, la rettifica delle parti ritenute diffamanti, verrebbe pubblicata sui principali quotidiani? Cosa c'è sotto?
2) Il secondo motivo, è strettamente legato al primo e si esemplifica con una semplice definizione: nazismo. Non mi sembra un termine esagerato visto che, come più volte sottolineato dagli autori, solo durante il nazismo, si procedette ad un rogo dei libri. Quelli che, secondo il fuhrer, venivano considerati "non tedeschi". Era il 1933 e certe somiglianze, oggi, fanno gelare il sangue.
3) Il terzo motivo è racchiuso in due fari portanti del nostro "lavoro" di blogger e penso anche del lavoro dei migliaia di giornalisti con la G maiuscola, come i protagonisti della storia di oggi. La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, all'articolo 19, recita: <>>. L'altro faro, è il primo comma dell'art 21 della Costituzione: <<Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure>>.
Fortunatamente in rete già si sta aprendo un dibattito intorno a questa vicenda. La Fnsi e l'associazione Articolo 21 hanno garantito un pieno eco su questa "diatriba" e una tutela legale gratuita per questi 9 guardiani del giornalismo moderno. Qualora voleste contribuire, potete firmare una petizione on line (http://www.petizionionline.it/petizione/il-casalese-attacco-alla-liberta...) oppure facendo una cosa semplicissima: INFORMANDO, INFORMANDO, INFORMANDO.
La libertà d'informazione non è un diritto che ci viene dato per grazia ricevuta, è un bene che dobbiamo difendere ogni giorno, costi quel che costi. Il drammaturgo tedesco Bertolt Brecht, diceva : <<Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente>>.
Ah, un'altra cosa, per la famiglia Cosentino: giù le mani da Il Casalese!
MATTEO MARINI
per Wilditaly.net
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/wilditalynet/noi-stiamo-con-il-casalese-il-libro-e-tu#ixzz1rw6bxOo8