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Categoria: Inchieste
Editore: Dissensi
Pagine: 136
Prezzo: € 12,50
ISBN: 9788896643143
Anno: 2012

Visite: 1669

Recensione

Viviamo in una età di mezzo. Quello che ci stiamo lasciando alla spalle è chiaro. Ma se proviamo a chiederci verso dove stiamo andando le certezze spariscono. “La bisaccia del giornalista” nasce dal bisogno e dalla voglia di capire: chi siamo dove andiamo e come. Cosa è bene portarci dietro e cosa è meglio abbandonare. Ma soprattutto è un libro contro l’indifferenza, contro il feticcio di una presunta obiettività del giornalista che, di solito, maschera l’adesione al pensiero dominante. Per una informazione che smetta di essere forte coi deboli e debole coi forti, che non lasci mai notizie orfane, che sappia uscire dai palazzi del potere per “camminare domandando” all’interno della società.
Fare domande lungo la strada della vita, professionale e non solo, significa fuggire qualunque certezza precostituita; significa essere disposti ad avere ogni volta occhi nuovi per guardare gli stessi luoghi; significa essere capaci di viaggiare sempre “in direzione ostinata e contraria” rispetto al pensiero dominante, senza avere in tasca formule miracolistiche (...).
Questo libro nasce da una insoddisfazione e da una speranza. Dall’insoddisfazione di vedere l’informazione ridotta a “brusio dell’insignificante” (come scrive Todd Gitlin) o peggio, a strumento di/per il potere, come profetizzava lucidamente Pier Paolo Pasolini: due facce di una stessa medaglia. Dalla speranza che un moto d’indignazione condivisa porti al rovesciamento del tavolo, restituendo al giornalismo il ruolo di cane da guardia della società nei confronti del potere, di strumento di partecipazione e riscatto per i senza voce, effetti collaterali di ogni guerra: militare, politica economica.

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