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Categoria: Inchieste
Editore: Piemme
Pagine: 448
Prezzo: € 18,50
ISBN: 9788856622799
Anno: 2011

Visite: 3217

Recensione

Se amate le tesi sul complottismo, ma anche guardare oltre le verità ufficiali, questo è davvero un libro che fa al caso vostro. Anche se è un peccato “ridurlo” a un settore così ristretto, perchè Zero2 è un lavoro certosino di inchiesta e approfondimento che va letto e apprezzato da più lettori possibile. Dieci anni dopo l’11 settembre e gli attentati alle due torri e quattro anni dopo il primo lavoro, Zero (Piemme 2007), Giulietto Chiesa torna con un gran numero di specialisti – Gore Vidal, Franco Cardini & Marina Montesano, Lidia Ravera, Andreas von Bülow, Steven E. Jones, Claudio Fracassi, Jürgen Elsässer, Webster Griffin Tarpley, Thierry Meyssan, Enzo Modugno, David Ray Griffin, Barrie Zwicker, Michel Chossudovsky – e con una poderosa mole di dati, fatti e analisi.
Torna con una versione  controcorrente rispetto al mainstream dell’informazione mondiale per dirci come, su quell’11 settembre, al mondo sia stato fatto credere il verosimile, ma non la verità, e come, addirittura, proseguendo su questa linea di falsa consapevolezza, potremmo arrivare a credere l’inverosimile, di cui la morte posticcia di Osama Bin Laden è solo il primo passo.
Si potrebbe definire Zero2 come il libro delle risposte, naturale conseguenza di Zero, dove erano le domande a tessere la maglia dello scetticismo.
L’11 settembre ha cambiato per sempre la storia, e la nostra interpretazione dei giorni che da allora abbiamo vissuto. Se sia un’interpretazione corretta, però, è una domanda che ancora oggi non ha risposta. Anzi, è una domanda che non ci è dato di porci. Perché un’unica versione dei fatti è stata da sempre data come certa all’opinione pubblica. E ancor peggio, perché ogni tentativo di interrogarsi in merito è equiparabile alla violazione di un tabù.
Da quel tragico giorno sono passati dieci anni e da dieci anni siamo ossessivamente, ma altrettanto vagamente – o ciecamente – in guerra contro il “terrorismo internazionale”. Da allora, però non un solo responsabile è stato individuato con certezza. Nessuno è stato incriminato. Nemmeno Osama Bin Laden, additato all’indomani della tragedia come la testa pensante di un’Apocalisse imminente, lo è mai stato, per l’11 settembre. Eppure, quello stesso Osama Bin Laden è stato ucciso – o meglio è stato fatto morire – il 2 maggio di quest’anno, a coronamento di una “fiction globale”, potremmo dire, non vera, ma verosimile.
“A conclusione del decennio – scrive Giulietto Chiesa nelle righe finali dell’illuminante prefazione a questo secondo capitolo di un’inchiesta indipendente cominciata anni fa – il passaggio successivo, nel quale siamo già entrati, è quello di sperimentare la possibilità di far credere a miliardi di individui anche l’inverosimile”.


Parlare della verità sull’11 settembre, dunque, non significa oggi soltanto dare la giusta interpretazione al passato: ha la valenza di renderci consapevoli del nostro presente e del nostro futuro. Sull’11 settembre, al mondo intero è stata raccontata un’unica, favolistica versione: quella di un complotto – 19 terroristi islamici armati di tagliacarte – che non regge alle più elementari verifiche.
Nuove prove smentiscono la versione ufficiale. Prove definitive accumulate in anni di “silenzio ufficiale” che suggeriscono ipotesi ben più razionali e realistiche di quella venduta fino ad adesso e danno un’assoluta certezza: proprio non può essere andata come ci hanno raccontato.

Le nuove prove - L’aereo che si sarebbe schiantato sul Pentagono non è quello indicato dell’American Airlines. La scatola nera “trovata” riporta una rotta diversa. Nuovi video del crollo dell’edificio 7 del World Trade Center (non colpito da nessun aereo) mostrano una distruzione repentina, incompatibile con le spiegazioni ufficiali. L’esercitazione militare Vigilant Guardian oscurò proprio in quel giorno gli schermi della difesa aerea degli Stati Uniti d’America per quasi tre ore. Rivelazioni di Wikileaks evocano inquietanti scenari da golpe. “Testimoni oculari” ammettono la non veridicità delle loro dichiarazioni iniziali.
Sono solo alcune delle nuove prove che il gruppo indipendente che ha a lungo indagato sull’attentato dell’11 settembre mostra oggi come autentiche “pistole fumanti”.
“Adesso, a dieci anni di distanza, la caccia alle prove comincia a dare risultati. Ma che importa a “loro”? Una verità che emerge dopo dieci anni è una verità sconfitta. Una rettifica sta nella cinquantesima pagina dei giornali, relegata nelle minutaglie dei canali televisivi, o neppure in quelli, e non intaccherà mai più il messaggio che, dalle prime pagine e da tutti i canali, è colato nei cervelli dei milioni. Sapevano che sarebbe andata esattamente così, e non curarono tutti i dettagli: spesa inutile. Hanno vinto. Il timone è stato girato, la nave ha cambiato rotta. E sebbene molto stia diventando sempre più chiaro, non si vede all’orizzonte nessun segno che qualcuno cominci a capire, o abbia il coraggio di chiedere il conto al sovrano mentre comincia a scendere dal piedistallo. L’unica cosa che non poterono disinnescare è il rifiuto di molti di credere alla favola dell’asino che vola. Cioè al fatto che molte persone respingono come un’offesa alla propria intelligenza il tentativo di chi vuole prenderli per il naso. E reagiscono. Noi siamo tra questi. Naturalmente la strada per una piena verità è ancora tutta da fare. Le domande sono molte di più delle risposte e questo non dipende dai cercatori ma da coloro che detengono i documenti, i dati, le immagini. A dieci anni di distanza gli elementi essenziali restano ancora segreti, sequestrati. Ma, ogni volta che un pezzetto di documentazione viene strappato al segreto, in un modo o nell’altro, ecco che la rivelazione delle incongruenze e delle menzogne dilaga. È così che stanno emergendo le “pistole fumanti”.
G.C.

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