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Dal Nord al sud le regioni d'Italia in vari tempi sono state funestate da stragi e omicidi di massa, particolarmente sotto il tallone dell'occupazione nazista. Ma , tra tutte, soltanto la Sicilia ha vissuto un'esperienza di massacri così legata alla sua storia politica e sociale, da farle assumere i caratteri, tanto dolorosi quanto funesti, di "terra delle stragi". Nel tempo, almeno dall'Ottocento inpoi, vi si è registrata una lunga catena di assassinii programmati:fatti di Stato e di governo o di "antiStato" e di mafia. Di norma il prezzo di sangue corrispondente a ciascuno di tali fatti risulta piuttosto limitato; ma è eccezionale e forse unica la sua valenza, che consiste spesso in una quasi "pedagogica" determinazione di imperio edi assassinio, a suo modo razionale, fredda e tagliente come una spada.In ogni caso, il numero delle vittime designate supera quello deicaduti: sono le vaste masse popolari colpite dall'impotenza,dall'umiliazione e dalla disperazione. Tanto basta per dare spessore storico e antropologico a un insolito "mosaico narrativo", reso coeso da una sapiente regia critica, le cui "tessere" si devono all'impegno di ricerca e di scrittura di alcuni esperti di cose siciliane di vario mestiere, giovani o anziani: studiosi e scrittori, giornalisti,magistrati, testimoni autorevoli e bene informati.