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Categoria: Inchieste
Editore: EDIZIONI AMBIENTE
Pagine: 160
Prezzo: € 14,00
ISBN: 978-88-96238-06-6
Anno: 2009

Visite: 1709

Recensione

Viaggio nel territorio più inquinato d'Europa

«Un giorno, però, qualcuno ha cominciato a guardare il cielo conuna maggiore curiosità, poi con un più forte sospetto, infine conrabbia. Le nuvole non erano mai state tutte uguali come sembravanoadesso, ecco qual era la novità sotto il sole di Taranto. Perché dentroquelle nuvole di cui nessuno si era mai accorto, o che nessuno avevamai voluto vedere, si annidava un nemico che fa paura solo a nominarlo.»

Un mostro ecologico tiene sotto il ricatto della perdita del postodi lavoro una città intera. È enorme, potente e pericoloso per lasalute di chi vi abita intorno. È il centro siderurgico che si innalzaalle porte di Taranto, ma sarebbe meglio dire che “occupa” la città,un’anomalia tutta italiana.

Un viaggio nel territorio più inquinato d’Europa, attraverso la vocedei suoi protagonisti: inserti di una vita vissuta pericolosamente, inun clima segnato da omertà politica, rapporti occultati, vessazioni eomesse denunce. Rilevazioni contraffatte e rivelazioni scomode. E poimorti, tanti, quanti non ci si aspetterebbe, evaporati nel silenziodella città delle nuvole.

“C’è un diritto nella nostra Costituzione, che è assoluto e nonaccetta contemperamenti e limitazioni, ed è il diritto alla salute”. MaTaranto non può fare a meno dell’industria, perché l’industria crealavoro. Anche quando le sue emissioni inquinano oltre ogni misura,inondando la città con un fatale miscuglio di veleni:policlorobifenili, benzoapirene, emissioni radioattive, mercurio e,naturalmente, diossina, così tanta da far impallidire il caso Seveso.Un disastro ambientale con conseguenze dirette sulla salute di personee animali.

Tra politici assenti – quando non troppo presenti –, sospetti escandali annunciati, l’inchiesta di Carlo Vulpio persegue la“scellerata” ricerca della verità, supportato solo dalle attività diuna società civile sempre più consapevole, nel (quasi) silenzio deimezzi di informazione.

Perché, almeno fino a oggi, protocolli e atti d’intesa non sonoserviti a chi l’acciaieria – e gli altri stabilimenti del poloindustriale – la respira quotidianamente. Nonostante testimonianze,interrogazioni parlamentari, processi e condanne, il campionario dellevittime non accenna a diminuire: i malati di leucemia del quartiereTamburi; fumatori incalliti di undici anni; donne e uomini sopraffattidalla diossina; masserie svuotate; interi allevamenti di bestiamesterminati. Tutto questo, e altro ancora, senza troppi allarmismi.

ANTIMAFIADuemila
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