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Oltre il muro dell'omertà, le relazioni politiche e le basi culturali dell’organizzazione criminale più potente del mondo
La classe dirigente del nostro Paese non è immune dal fenomeno mafioso. Perché la mafia non è criminalità comune e non è la manifestazione di un popolo arretrato e barbaro. Questo libro esplora i luoghi in cui si è formato il sistema di idee che ha cementato l’Onorata società: tribunali, redazioni di giornali, aule parlamentari, sagrestie e salotti della borghesia. Qui hanno preso corpo le diverse narrazioni del fenomeno mafioso. Qui è nato il livello politico-culturale della “terribile setta”. Organizzazione di assassini che fa della segretezza uno dei suoi principi basilari, Cosa nostra tuttavia ha saputo costruire e imporre la propria idea di sé al mondo. Certo, non esistono centri studi che si occupino della formazione degli affiliati, ma esiste e si è consolidata nel tempo un’organica ideologia mafiosa, che costituisce uno dei tratti distintivi della mafia siciliana rispetto alle altre organizzazioni criminali. Questa ideologia si è avvalsa del contributo di avvocati, intellettuali, uomini politici, professionisti e religiosi, oltre, ovviamente, a quello degli stessi uomini d’onore. È servita a garantire la compattezza della consorteria al proprio interno e a guadagnare una forma di consenso presso le più diverse fasce della popolazione italiana. Il libro che la mafia non ti farebbe mai leggere intende smascherare gli inganni della “seduzione mafiosa” e offrire strumenti efficaci per sradicare luoghi comuni e falsi miti, per iniziare a diffondere una cultura dell’antimafia radicalmente nuova.
Un libro potente e coraggioso, un atto d’accusa contro la corruzione della politica e della società civile
Hanno scritto di Vincenzo Ceruso:
«È un libro durissimo quello di Ceruso. Capace di ricostruire le troppe ambiguità a cavallo tra la mafia e una religiosità distorta e oscena.»
Gian Antonio Stella, Corriere della Sera
«Un lungo reportage nel “tenebroso sodalizio” tra preti e mafiosi, attraverso palazzi arcivescovili e chiese di campagna, feste popolari e processioni in onore dei santi patroni.»
Attilio Bolzoni, la Repubblica
«Un pugno nello stomaco. Questo è il libro di Vincenzo Ceruso.»
Dario Oliviero, Repubblica.it
«In quel genere di attitudine del tutto personale rappresentato dalla lettura è raro che io mi sbilanci, ma una volta tanto mi sentirei di prescrivere la lettura di un libro: si intitola Le sagrestie di Cosa nostra, di Vincenzo Ceruso.»
Massimo Maugeri, Letteratitudine