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Banche Armate alla Guerra è una minuziosa ed approfondita inchiesta politica e finanziaria, il risultato di oltre un anno di ricerche trascorso raccogliendo ed analizzando tutti i dati riguardanti l’attentato dell’11 settembre, dai piani dei dirottatori ai movimenti finanziari sospetti avvenuti prima e dopo l’atto terroristico. Simone Falanca, attraverso una ricostruzione attenta ed articolata, e servendosi anche delle analisi e delle inchieste di altri autori italiani e internazionali, riesce a dimostrare come non sia vero che i servizi di sicurezza degli Stati Uniti non fossero al corrente dei preparativi per gli attentati alle Twin Towers e al Pentagono.
Il libro spiega perché un attentato così grave come quello dell’11 settembre 2001 si sia rivelato in realtà estremamente funzionale e necessario per gli USA al fine di rilanciare un'economia di guerra e di accaparramento delle risorse petrolifere e per rilanciare l’industria bellica nazionale. Se tutto ciò non bastasse, si aggiungono i sospetti su altri attori in campo che hanno tratto vantaggio dalle spese di guerra e dal nuovo assetto geopolitco: i contractor privati dell’esercito, insospettabili multinazionali americane ed europee, società e banche che gestivano i petrodollari della famiglia Bush e di Bin Laden.
Il libro presenta documenti e analisi inedite sulla nuova strategia della sicurezza americana e sulla attuale guerra all’Iraq. Quella di Falanca è una voce fuori dal coro lucida e puntuale che descrive e analizza la deriva unilateralista e bellicista statunitense con chiarezza e senza pregiudizi ideologici. Dietro il crollo delle Torri Gemelle e della guerra infinita all’Afghanistan e all’Iraq non c’è uno scontro tra civiltà o religioni, bensì un conflitto tra integralismi economici trasversali. Un conflitto di banche armate alla guerra, nel cupo scenario di un nuovo medioevo postmoderno.