L'Italia che resiste
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La lotta alle mafie è una narrazione collettiva, perché la cultura mafiosa isola e colpisce i suoi avversari lasciati soli, come ricorda Giovanni Falcone. È narrazione perché la stessa cultura mafiosa prospera negli anfratti dell’omertà. Narrazione collettiva, dunque, come doppia sfida alla cultura mafiosa, prima ancora che alle mafie stesse, quella cultura che è, ancora Falcone, «contiguità morale» tra mafia e non-mafia, più insidiosa, se possibile, dell’adesione aperta. Il lavoro di Pasquale Iorio offre tre chiavi di lettura, distinte e connesse. La prima è il contenuto stesso del libro. La seconda è la sua narrazione itinerante. La terza è la narrazione sulla narrazione. La costruzione a più voci di questo volume, la pluriformità degli spaccati d’osservazione, la ricchezza del dibattito generato e delle intelligenze mobilitate, la varietà dei luoghi delle discussioni e delle generazioni coinvolte, la fatica del narratore itinerante, la mobilitazione delle istituzioni ospitanti, la buona disposizione al confronto rendono l’esperienza del Sud che resiste visto dagli altri una «buona pratica», sia come contributo alla resistenza contro la cultura mafiosa, sia come restituzione della dignità ad un popolo oppresso, sia come, infine, metodologia efficace di produzione collettiva di conoscenza. Tre motivi, questi, che fanno del lavoro di Pasquale Iorio uno strumento fondamentale.