Un Paese senza intellettuali, un'opinione pubblica imbalsamata, una democrazia svenuta
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- di Oliviero Beha
“SIAMO SPETTATORI UNIVERSALI: IL DISSOLVIMENTO DELLE DEMOCRAZIE IN OLIGARCHIE MEDIATICHE È ALL’OPERA NON SOLO IN ITALIA MA IN TUTTO IL MONDO.”
Hans Georg Gadamer
C’era una volta. C’era una volta chi si dava come compito quello di incalzare il potere e di controllarlo: un’élite temuta e ascoltata. C’erano una volta i “maestri”, i Pasolini, i Moravia, gli Sciascia, i Calvino, ma anche i
Bobbio, i Galante Garrone, gelosi custodi del libero pensiero. E ora?
L’Italia non potrebbe essere quella che è senza la complicità del sistema Mediatico e grazie all’assenza degli intellettuali, “una categoria – scrive Beha – più del portafogli che del pensiero”. A cominciare dai giornalisti. Ma è il quadro d’insieme che preoccupa. (“Stiamo rispondendo a Obama con Geronzi”): un gigantesco concorso di colpa, che attraversa molte categorie professionali, in nome del denaro e in virtù di una normalizzazione della banalità da troppi accettata. Il resoconto di Beha, lucido ma non rassegnato, ci induce a reagire, così come molte associazioni di liberi cittadini hanno cominciato a fare. Contro il Golpe Bianco che ci sta svuotando.
In appendice, le Resistenze ai Nuovi Mostri.