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Una città in bilico tra l’euforia della liberazione e il caos dell’anarchia. Una città frenetica e smarrita dove è diventato difficilissimo vivere e anche sopravvivere. Senza legge, lavoro, stipendi, scuole, università, banche, luce, acqua potabile, benzina, gas, telefono, semafori. Dove manca tutto, eccetto le armi. Un kalashnikov al mercato nero di Al Jadida costa centotrenta dollari, poco più di una notte nell’albergo dei giornalisti.
È questa la Baghdad raccontata nel libro, diario di guerra di un cronista entrato in città subito dopo la caduta del regime e al tempo stesso raccolta di storie di vita. Retroscena, paure, impressioni che un servizio televisivo non può raccontare: il viaggio sull’autostrada Amman-Baghdad (così pericoloso che la bbc lo vieta ai suoi giornalisti), le cene con le razioni kappa, il soggiorno clandestino nell’albergo della stampa, le armi puntate contro la telecamera, la paura dell’attentato.