Autobiografia di una nazione
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Malgrado scandali, processi e un continuo braccio di ferro istituzionale(o forse proprio grazie a essi), la fortuna del populismo di Silvio Berlusconi – che dai primi anni Novanta, pur con alterne vicende, domina la crisi repubblicana in Italia – non conosce «cali». Nicola Tranfaglia, in questo suo saggio agile e incisivo, indaga le ragioni di tanto successo. La sua analisi è sostenuta da una riflessione sui precedenti latinoamericani di Vargas in Brasile e Perón in Argentina, e sul peso del consenso nell’egemonia, secondo la lezione di Gramsci.
Con grande chiarezza, l’autore ripercorre la vita e la carriera del leader del Popolo della Libertà, mettendo in luce particolari poco noti che aiutano a capire la psicologia del «capo» e perché il suo «modello» continua a riscuotere tanto consenso nell’Italia contemporanea.
Infine, da storico e intellettuale di sinistra, Tranfaglia stigmatizza gli errori che l’opposizione post comunista ha compiuto nell’ultimo ventennio e continua a compiere ancora oggi, e analizza le caratteristiche di fondo della destra berlusconiana oggi al potere. Una diagnosi severa e documentata del degrado della politica italiana e un’analisi illuminante dei problemi ancora insoluti nel nostro Paese.
«Per comprendere l’attuale fortuna del populismo berlusconiano in Italia e la sua capacità di tenuta e di organizzazione del consenso, è necessario andare indietro nel tempo e cogliere quelle peculiarità della storia pre e post-unitaria che possono spiegare perché il nostro Paese si avvii a completare in questi ultimi anni la sua transizione verso un nuovo sistema elettorale e politico, scegliendo – e in parte subendo, come è ovvio – un regime populistico dei peggiori, quello che prevede Silvio Berlusconi come capo carismatico e indiscutibile, almeno fino a ieri.»