UNA STORIA ITALIANA
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La vita del politico e dell'uomo che sfidò la mafia.
Lafigura di Pio La Torre non rappresenta solo un fatto di cronaca. E' qualcosa di più. Investe la società italiana, travolge la politicanazionale ed entra di prepotenza nella storia del nostro paese. Perprima cosa, Pio La Torre è un uomo, non solo un personaggio. Non solouna vittima innocente della mafia. è un uomo politico, che aconoscerlo, a leggerne i discorsi, i saggi, ti appassiona, tanto dacostringerti a chiedere, anche a distanza di venticinque anni, cosa c’èdietro la sua morte e perché mai nessuno, questa vita, l’abbia volutaraccontare.
Politica, soldi e mafia, ecco la santissima trinità che Pio La Torre cercò di profanare, sapendo parlare il linguaggio della povera gente. La lotta alla mafia era la sua ossessione, il suochiodo fisso che, nel corso degli anni, lo porterà a sviluppare tesi,ma soprattutto a creare strumenti di contrasto per i magistrati e leforze dell’ordine. «“Non posso arrivare in ritardo!” dice all’agenteche sta al volante. “Il corteo senza di me non parte”. La sua voce,calda e profonda, si impone con dolcezza. Le gomme stridonosull’asfalto. Avvicinandosi a Palermo la terra diventa più accogliente.Le piante di arance e limoni emettono germogli. Nell’aria si sente ilprofumo delle zagare. I suoi occhi, nascosti dietro un paio di occhialispessi, guardano dal finestrino i palazzi che costeggiano la strada. Èla periferia. Tutte le finestre hanno le serrande abbassate o gli scurisocchiusi. Questione di alcuni secondi e le case cambiano forma,colori. Non c’è il tempo di soffermarsi a osservare, che subito lavelocità dell’auto costringe a guardarne un’altra. E un’altra ancora.Ma una cosa Pertini la nota. Molte case non sono rifinite. Segno di unaprecarietà che determina incertezza. In Sicilia tutto è provvisorio.Perfino i verbi non si coniugano mai al futuro, per non ostentaretroppe sicurezze. E il siciliano di certezze ne vuole poche. Anziniente».