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Categoria: Biografie
Editore: Fazi Editore
Pagine: 314
Prezzo: € 16,00
ISBN: 9788881129522
Anno: 2008

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Recensione

Se per dire di no alla mafia ci vuole un coraggio eccezionale, allora questo è il romanzo di un uomo normale. “Mi chiamo Maurizio, sono un bravo ragazzo, ho ucciso ottanta persone” èsenz'altro un romanzo. Maurizio, il "bravo ragazzo" che parla a ruotalibera in questo libro, è in realtà Maurizio Avola, uno dei sicari alservizio di Benedetto Santapaola, capo della cosca mafiosa checontrollò per decenni Catania e l'intera Sicilia orientale. Dallerapine al primissimo omicidio - affrontato come un bestiale "esame" sulcampo - fino alla terribile routine di decine e decine di uccisioni asangue freddo eseguite su commissione, l'uomo che nel 1984 assassinò ilgiornalista Pippo Fava si racconta senza reticenze. Un romanzo in primapersona, dal punto di vista di parecchie persone. Tanti personaggi,infatti, scalciano fra le pagine del libro, ricreati da centinaia diore di interviste, per una riflessione corale su alcuni avvenimentirealmente accaduti, nemmeno tanti anni fa; fatti che hanno avutoconseguenze estreme, ancora oggi in evoluzione, fatti che non sonoancora archiviabili, che non sono stati nemmeno metabolizzati. Di unromanzo di questo tipo, il libro mantiene la lunghezza e lacomplessità; altrettanto complesso però, è tentare di collocarlo in unafascia di genere. Siciliani, mafia, sicari, stragi, sono parole abusateche non ottengono più l'effetto che il loro significato merita, perchéle abbiamo sentite e lette e dette fino allo stremo. Non possiamoquindi classificare questa 'novella' come romanzo di mafia, perchénella storia di Maurizio, di come diventa il killer prediletto diSantapaola, di come una coscienza di cui dubitava l'esistenza, siribella e ne mina l'equilibrio, in questa storia la mafia costituisceil movente del libro, il motivo della riflessione che lo genera e cheda esso è generata, non il suo traguardo. E' il panorama contro ilquale si staglia la vita di Maurizio, il suo amore per le belle cose,per la bella moglie, per i bei figli e per la bella vita. E' un fondalecosì in profondità che alla fine se ne perdono i dettagli, invaghitidella superficie di quello che si vede in primo piano. E nemmeno parolecome romanzo realistico, nostrano, giallo o picaresco, rendonocompletamente l'idea, per quanto il romanzo sia rispettivamente basatosu vicende reali, ambientato nel Belpaese, “interpretato” su uno sfondoinvestigativo e con un protagonista che emerge dalla strada contro leostilità del mondo. Istruttorie, condanne e pallottole, poi, nonsembrano una buona base per un intreccio sentimentale. Eppure l'amorec'è, trabocca dalle parole di Silvana in gocce d'adorazione pura,impera nei ricordi di Maurizio e nelle sue preoccupazionipost-pentimento, tiene i due sposi incatenati nell'attesa di lettereche spesso devono sopravvivere allo smistamento carcerario, di pocheore insieme da trascorrere con gli 'angeli'. E apre le porte alledomande sulle 'mogli della mafia'. Loro sanno? Scelgono? E in caso,potrebbero tornare indietro? Ma il romanzo non trova infinel'approvazione totale di nessuno dei generi della narrativa popolare. Edunque sia questa la chiave di lettura del libro: antipopolarità. Comeantipopolare è il suo protagonista, che non vive il pentimento con lospirito che vorremmo sperare, ma solo come una fisiologica necessità;un 'cattivo' che si redime rendendosi scomodo non solo al sistema, maalla società stessa che l'ha generato. Non è popolare infatti, ilkiller che si redime, che torna sui propri passi; si ha bisogno dicattivi che restino tali, per poter vivere sereni e poter fare deidistinguo. Come non lo è l'omicida che ad una lunga lista di criminiconfessati, aggiunge lamentele contro uno stato che promette e nonmantiene. E così, in una storia antipopolare noi non possiamoimmedesimarci, non possiamo perdonare, non possiamo nemmeno capire; inquesta storia non c'è catarsi, non c'è riabilitazione, per Maurizio manemmeno per noi. C'è solo un pugno nello stomaco, il sogno di una vitatutto sbagliato, e il rimorso di non sapere se avrebbe potuto esserealtrimenti.

ANTIMAFIADuemila
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