Michele Ainis
Michele Ainis, costituzionalista, è un siciliano trapiantato a Roma da vent’anni e passa. A Messina, nel 1978, scrive la sua tesi di laurea con la guida di Temistocle Martines, che successivamente lo avvia alla carriera accademica, e soprattutto gli impartisce una lezione di rigore civile. A suo modo, questo stesso libro ne è una conseguenza.
Ma questo libro è anche l’ultimo d’una serie fin troppo nutrita. Nell’ordine: "L’entrata in vigore delle leggi" (Cedam 1986); "Cultura e politica" (Cedam 1991); "Le parole e il tempo della legge" (Giappichelli 1996); "La legge oscura" (Laterza 1997, nuova edizione 2002, più volte ristampato); "Se 50.000 leggi vi sembran poche" (Mondadori 1999); "L’ordinamento della cultura" (Giuffrè 2003, nuova edizione 2008, con M. Fiorillo); "La libertà perduta" (Laterza 2003); "Le libertà negate" (Rizzoli 2004); "Vita e morte di una Costituzione" (Laterza 2006); "Stato matto" (Garzanti 2007); "Chiesa padrona" (Garzanti 2009).
Ainis ha anche pubblicato, insieme a Martines, un "Codice costituzionale", che ha ricevuto due edizioni per i tipi di Laterza (l’ultima nel 2002), sei edizioni per i tipi della Led (l’ultima nel 2007). Ha curato un "Dizionario costituzionale" (Laterza 2000), nonché – fra l’altro – "Informazione, potere, libertà" (Giappichelli 2005) e "I referendum sulla fecondazione assistita" (Giuffrè 2005). E ha firmato un centinaio di saggi scientifici su vari temi del diritto costituzionale.
Dopo di che, se scrivere è una forma di nevrosi (almeno in questo caso sì), c’è da aggiungere un’intensa attività di editorialista, con più di cinquecento articoli su vari organi di stampa. Sporadicamente sul «Corriere della Sera» (nel 1997), «Italia Oggi» (1998-2000), «Il Riformista» (2003-2006), «Panorama» (2005), «Il Sole 24 Ore» (2009). In modo organico e continuativo su «La Stampa», dal 1998 in poi.
Da qui qualche riconoscimento, che in Italia non si nega mai a nessuno. Per esempio il premio Tosato (1990), un premio della Cultura della presidenza del Consiglio dei ministri (1991), il premio «Libri dell’anno nella scienza giuridica» (1997 e 2004), il premio «Giurista dell’anno» da parte della European Law Students’ Association (1999), il premio «Santa Marinella» (2004).
Quanto all’insegnamento, comincia nel 1984. Come ricercatore a Messina, poi a «La Sapienza» di Roma, quindi (da ordinario) all’Università di Teramo, infine a «Roma Tre». È un quarto di secolo, ti curva un po’ la schiena. Ma d’altronde siamo stati tutti più giovani in passato.