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Sanguinario killer di camorra, Ferdinando siè conquistato sul campo il rispetto dei boss grazie alla geometricafreddezza con cui esegue le condanne a morte. Catturato e incarcerato,viene accusato tra l'altro dell'omicidio del giornalista GiancarloSiani. Ed ecco che con inaspettata determinazione, il camorrista sidichiara innocente. Non bastano le dita di due mani per contare i suoiomicidi, ma quello no, lui non l'ha commesso. Comincia così iltormentato dialogo con il giovane magistrato che indaga su quel caso,guidato dall'istinto che lo porta a intravedere, dietro la scorza delgelido camorrista, un inquieto bisogno di sfuggire all'opprimentespirale del crimine. A pungolare il giudice, un vecchio segugio, uncommissario che conosce Ferdinando da sempre e del ventricolomalavitoso di Torre Annunziata intende ogni palpito. Di interrogatorioin interrogatorio Ferdinando si ritrova esposto al peggiore dei marchiche un camorrista possa conoscere: infame. Il narratore, che è stato alungo l'avvocato di Ferdinando, ripercorre il doloroso lavoriointeriore che lo spinge quasi suo malgrado a liberarsi dalla strettadell'appartenenza al clan. A sostenerlo il candore e il coraggio diAnita, che dei crimini del marito non sa quasi nulla, e tiene insieme ipezzi di una vita esplosale tra le mani all'improvviso.