Uomini di 'ndrangheta
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Un dettagliato reportage che getta luce su volti, luoghi e numeri della più articolata e potente multinazionale del crimine, con un giro d’affari annuo di oltre 44 miliardi di euro.
Un’inchiesta che per la prima volta spiega le sofisticate strategie con cui la ’ndrangheta domina incontrastata il traffico mondiale di stupefacenti e si infiltra nei più svariati settori dell’economia lecita e illecita, dall’edilizia privata e pubblica alla sanità, allo smaltimento criminale dei rifiuti tossici.
Un racconto serrato che, come una cinepresa, segue passo passo le vicende dei membri di questa “onorata società”, originari di piccoli comuni calabresi e oggi attivi in diversi centri del Nord Italia e d’Europa, nelle due Americhe, in Africa, e perfino in Australia.
Un’indagine sul campo che ci fa conoscere dall’interno le complesse operazioni condotte
dagli agenti della Direzione centrale dei servizi antidroga, in collaborazione con le polizie mondiali, per combattere i signori del narcotraffico.
Un carico di 250 chili di cocaina purissima, prima tranche di una partita molto più consistente, lascia le foreste colombiane diretto al porto di San Paolo, in Brasile, dove viene occultato su una portacontainer pronta a salpare per l’Africa, alla volta della Guinea. Da qui è imbarcato su un peschereccio senegalese, prima di raggiungere, passando per Tenerife e Gibilterra, il porto spagnolo di Malaga e venire nascosto in una cassa di calamari congelati stivata in un cargo che lo condurrà a Livorno. Intorno a questo carico si muove una variegata schiera di personaggi: guerriglieri colombiani, chimici, ammalianti donne messicane e, soprattutto, giovani calabresi poliglotti, colti, vestiti con eleganza e con le tasche piene di contanti, frequentatori di alberghi e ristoranti di lusso, residenti in svariate località del Sud America, degli Stati Uniti, dell’Europa e dell’Australia. Sono i membri di quella che è oggi la più potente e meno conosciuta organizzazione malavitosa italiana. Forte di una solida e impenetrabile struttura gerarchica, la ’ndrangheta ha saputo cogliere tutte le opportunità offerte dal progresso e dalla globalizzazione per allargare il proprio giro d’affari basato sul narcotraffico e creare una ramificata holding del crimine, con una manovalanza fidata e “quadri” in possesso di titoli accademici, competenze dirigenziali e con tatti con i più alti ambienti economici e finanziari. Attingendo a fonti inedite, Andrea Pamparana realizza una minuziosa inchiesta giornalistica che ha la forma e il ritmo narrativo della docufiction. Ne risulta un illuminante viaggio lungo le piste sommerse della nuova piovra attraverso le vicende dei suoi stessi protagonisti e dei reparti speciali delle forze dell’ordine impegnati in delicate operazioni di contrasto. Emergono così le complicità e le dinamiche che hanno permesso alla ’ndrangheta di riciclare i proventi della droga investendo nell’edilizia in Nord Italia, nella ristorazione in Germania, nel traffico dei rifiuti illeciti da tutta Europa verso le coste dell’Africa e del nostro Paese. E con un occhio attento alle grandi e lucrose opere pubbliche, come la Tav, il ponte sullo Stretto e i lavori per l’Expo Milano 2015.