Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.
Categoria: Mafia
Editore: Aliberti editore
Pagine: 155
Prezzo: € 14,50
ISBN: 9788874246564
Anno: 2010

Visite: 2131

Recensione

Prefazione di Antonio Nicaso

Un'indagine shock che racconta come la 'ndrangheta stia divorando l'Emilia rossa e il nord.

MAFIA. LE MANI SUL NORD è un libro-inchiesta in cui si intrecciano tre voci in un confronto serrato tra prospettive inconciliabili: il criminale 'ndranghetista, il “colletto bianco”e il pubblico ministero. Tre volti di un Nord Italia sotterraneo, pivolte negato nella sua esistenza ma che, al contrario, muove uomini e capitali. Sfuma il confine tra mafia e antimafia, tutto confuso, stimati professionisti si mescolano a potenti criminali, nuovi disagi e sottaciuti malesseri, un territorio in cerca di una nuova identità.


IL LIBRO

Prefazione di Antonio Nicaso | Postfazione di Enrico Bini
Immagine di copertina di Emanuele Fucecchi

Un libro-inchiesta in cui si intrecciano tre voci in un confronto serrato tra prospettive inconciliabili: il criminale 'ndranghetista, che guarda al Nord con occhi rapaci e indifferenti; il “colletto bianco” che tra un misto di sconcerto e disprezzo non disdegna il denaro sporco proveniente dal narcotraffico calabrese; e infine lui, il pubblico ministero che affronta le miserie di una società che stenta a riconoscersi e a riconoscere.

Tre volti di un Nord Italia sotterraneo, pivolte negato nella sua esistenza ma che, al contrario, muove uomini e capitali.
Sfuma il confine tra mafia e antimafia, tutto confuso, stimati professionisti si mescolano a potenti criminali, nuovi disagi e sottaciuti malesseri, un territorio in cerca di una nuova identità.

"L’Italia è un labirinto socio-economico nel quale, in una confusione babelica, convivono benessere e disperazione. Un quarto del territorio nazionale è condizionato dalla presenza di organizzazioni criminali che hanno fatto delle relazioni socio-economiche, ma soprattutto politiche, il loro punto di forza. Secondo l’Eurispes, il fatturato annuo delle quattro principali mafie italiane è pari all’11,4 per cento del prodotto interno lordo. Un potere enorme che nessuna di esse avrebbe potuto accumulare senza la colpevole acquiescienza di un ceto politico e di apparati delle istituzioni che con mafia, ’ndrangheta, camorra e sacra corona unita hanno sempre colluso, intervenendo solo nei momenti di grande criticità, in seguito a stragi e omicidi eccellenti. Quando le mafie hanno smesso di sparare lo Stato anziché affondare il colpo, ha scelto il quieto vivere, il compromesso, l’inciucio. Ed è proprio il quieto vivere che da sempre favorisce le mafie.
L’Emilia Romagna è una regione ricca, ospitale. Ma anche qui i politici spesso negano l’intreccio o i rapporti tra le mafie e l’opulenta e colta borghesia locale: a Parma come a Reggio Emilia, a Modena come a Bologna, la 11 Mafia_Emilia 21-09-2010 13:39 Pagina 11 mafia non esiste, e se esiste vive ai margini di una società che crede di avere gli anticorpi per resistere alle infiltrazioni mafiose. I boss hanno liquidità e voglia di investire. E hanno bisogno di “sponde” per entrare nel giro che conta. La ’ndrangheta del crotonese e del reggino, ma anche la camorra dei casalesi, in Emilia hanno messo radici da tempo
" (dalla prefazione di Antonio Nicaso).

* Presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, primo fra le autorità reggiane a essersi esposto per denunciare la criminalità organizzata.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos