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Un romanzo per raccontare il presente, far riflettere su cosa è diventato oggi il nostro Paese e cercare di comprendere, anche con autocritica, dove siamo diretti. E’ così che Riccardo Arena torna in libreria con “Anche oggi non mi ha sparato nessuno” (Edizioni Leima). Una storia avvincente, un giallo che è ambientato in Italia. Protagonista è un ufficiale dei Carabinieri, Secondo Maschio, che abbandona il suo ritiro da Cincinnato per tornare in prima linea e seguire le indagini sull’evasione di Cataldo Orchi, il capo della mafia – una mafia svenduta e pubblicizzata come inesistente – al quale è legato da antichi precedenti. Comincia così una caccia all’uomo sorprendente e incalzante, che porterà al disvelamento di una fitta rete di legami e complotti. Un’opera in cui viene anche fatta un’amara riflessione sul mondo dell’informazione che vive secondo il ritmo della notizia battuta dalle agenzie, dello scoop inseguito a ogni costo, delle dichiarazioni e dei titoli di giornale. Nel suo secondo romanzo Riccardo Arena si destreggia, con l’esperienza di cronista che gli è propria, all’interno di un racconto complesso, dove la voce del narratore si sdoppia e si fonde con le mille voci dell’informazione ufficiale e non, creando un tessuto narrativo avvincente, paradossale e insieme così reale come solo il paradosso può essere. Ma nel romanzo l’autore realizza anche un’istantanea di quello che oggi è diventata la politica, rivisitando la nostra storia con un pizzico di ironia e fantasia. L’autocritica a quel mondo giornalistico che, assieme a politici e criminali, contribuiscono a mantenere il Paese così come è, problematico, in cui nascono imbrogli e prepotenze, e dove a vincere è spesso il più furbo. E’ così che dietro la trama graffiante si riconosce un pezzo d’Italia, di Sicilia ma anche del mondo.
A rendere ancor più particolare il romanzo la forma con cui viene steso che appare come il diario di un protagonista dove vengono scritte parole, brevi dichiarazioni ed anche piccoli tweet. Un modo per rendere tutto a noi più vicino e familiare e capire dove siamo diretti.
di AMDuemila