Pazzi sanguinari, matti per convenienza, finte perizie, vere malattie: come Cosa Nostra usa la follia
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Nel codice d'onore di Cosa Nostra non c'è spazio per la follia. Il mafioso si comporta in modo irreprensibile nella vita privata e in quella pubblica, ascolta, tutto sa, agisce nell'ombra, non perde mai il controllo. Per lui "pazzo" è un insulto, un'arma per delegittimare un delatore o attaccare chi è diventato troppo scomodo. Il boss è un uomo tutto d'un pezzo, o almeno così si dipinge.
Eppure, in molti casi, è pronto a trasformarsi, per convenienza, in un matto da manuale: un comodo ed efficace escamotage per arrivare alla villeggiatura del manicomio giudiziario o, addirittura, degli arresti domiciliari evitando così il carcere duro e magari anche il processo. Mafia da legare è il primo libro che raccoglie e analizza le varie forme di "follia", a volte vera, molto spesso presunta, che hanno colpito Cosa Nostra. Da quella usata per screditare nemici e traditori a quella simulata che salva dalla prigione, fino alla psicopatia reale e feroce dei criminali sanguinari. Non solo: non c'è follia se non c'è nessuno che "ci crede".
Così lo psichiatra Corrado De Rosa e la giornalista Laura Galesi puntano il dito anche su chi rende possibile tutto questo, da medici troppo compiacenti a giudici troppo garantisti. Questo libro demolisce l'ultimo mito di Cosa Nostra, il presunto "codice d'onore": se i boss si fingono pazzi significa che anche l'onore è morto, sepolto sotto cubi di cemento, saltato in aria, sciolto nell'acido. Come la loro coscienza.
Scarica il capitolo “Entra in campo la follia” per gentile concessione degli autori.