La vera storia di Angelo Moccia
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«Il pensiero comune suggerisce che dalle mafie si esce o da morti o da collaboratori di giustizia. Lui aveva deciso di forzare questa regola non scritta. Voleva a tutti i costi dare una svolta alla propria esistenza, nella speranza di potere tornare a vivere. In seguito alla (e a seguito della) sua “resa”, l’organizzazione si sfaldò. Galasso e Alfieri, che con lui ne erano stati i capi, tratti in arresto, si pentirono. Angelo decise di assumersi le proprie responsabilità […]».
Questo libro racconta la storia di Angelo Moccia, uno dei capi della camorra napoletana. Un personaggio negativo che, nel momento della propria massima forza criminale, si consegnò allo Stato e lanciò ai suoi sodali un invito alla resa. Un folto gruppo di camorristi in armi si dichiarò disposto a costituirsi. Questa irripetibile opportunità, in ossequio al preconcetto etico secondo cui “non si tratta con la criminalità”, fu ostacolata da uomini delle Istituzioni. La ricostruzione della sua vicenda personale è interessante non solo perché consente di ridare slancio a iniziative finalizzate alla prevenzione, al recupero, alla battaglia per l’abolizione dell’ergastolo, ma anche perché stimola una riflessione sull’individuazione di percorsi che consentano l’allontanamento critico dal mondo della criminalità.
Prefazione di Nicola Quatrano
Postfazione di Paolo Mancuso