Oreste Spagnuolo: cosi ho imparato a uccidere
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Questa è la storia di un figlio della piccola borghesia napoletana, un ragazzo "normale" che, come lui stesso dice, «è nato sbagliato» e sceglie di diventare un assassino di camorra. L'esordio con le rapine, l'affiliazione al sistema, gli omicidi: Oreste Spagnuolo racconta stragi e ordinaria amministrazione camorrista, delitti e vita quotidiana. E racconta come il male diventa la più banale delle azioni: «Uccidere è bello, ti senti onnipotente. Dopo averlo fatto la prima volta, volevo subito riprovarci». Killer dei Casalesi e braccio destro di Setola, ci fa entrare in quella vertigine in cui la camorra normalizza il male e lo rende una cosa abituale, un'azione come un'altra: un bacio alla moglie e un colpo alla nuca del malcapitato di turno... «Setola quella volta ci disse: dopo cena noi andiamo lì calmi calmi e li mettiamo tutti contro il muro, poi li ammazziamo uno dopo l'altro». Un'avventura che ricostruisce quella rete di complicità, silenzi, collusioni politiche che hanno stravolto la Campania.