"Una guerra da vincere"di Giorgio Bongiovanni
Un onore di cui essere grati per la vita... poter entrare nella casa che fu del giudice Paolo Borsellino e di sua moglie, la signora Agnese, e poter consultare le sue carte, sfogliare i suoi documenti, sedere sulla sua sedia... e altrettanta gratitudine ai loro figli per averci concesso il permesso di pubblicare questi scritti del giudice, molti dei quali inediti e anche di natura intima e trascendentale, e lasciarli così in eredità alle giovani generazioni. A riprova, ancora una volta, che questa famiglia straordinaria ha saputo custodire e tramandare un patrimonio universale.
Non poteva che essere questo il cuore del nostro nuovo numero di ANTIMAFIADuemila che come sempre, nella versione cartacea, trova il giusto spazio per connettere memoria e presente, letture globali e inchieste attuali, punti di vista autorevoli e giovani voci.
Merita una menzione speciale il libro appena uscito scritto dal nostro giovane caporedattore Aaron Pettinari, per Imprimatur editore, “Quel terribile ‘92” che raccoglie i ricordi, le emozioni e le riflessioni di chi normalmente non si occupa di questi temi se non marginalmente, protagonisti di altre vicende, qualcuno molto giovane all’epoca dei fatti, ma tutti segnati da quell’anno che è stato lo spartiacque “terribile”, appunto, della nostra democrazia.
Dal peccato originale di Portella della Ginestra al depistaggio di via d’Amelio, passando per tutte quelle domande rimaste senza risposta tra Capaci e l’Agenda Rossa fino al misterioso omicidio di Stato del dottor Attilio Manca, abbiamo cercato di ricomporre i pezzi di quel puzzle scombinato che è la storia del nostro Paese, dimostrando che la Mafia, quella con la M maiuscola, di cui mi parlò Salvatore Cancemi, quella vera, è cosa ben diversa da quella che qualche cialtrone della politica, ma non solo, vorrebbe farci credere sconfitta.
E visto che solo la matematica non è una questione di opinioni abbiamo voluto includere gli atti del convegno, che abbiamo organizzato per ricordare gli insegnamenti di Falcone lo scorso 20 maggio a Palermo, nei quali il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e ancora più nei dettagli il collega de “Il Sole 24 Ore” Gianni Dragoni hanno spiegato l’ultima evoluzione della mafia: mercantile, globale, con una capacità economica tale da disporre di un potere di acquisto pari a tre volte il valore di tutte le 260 società italiane quotate in Borsa.
Dovrebbe bastare questo dato per comprendere e far comprendere alla pubblica opinione quanto sia delicato, difficile e pericoloso il lavoro che quotidianamente viene svolto nelle procure di frontiera come quelle di Palermo e Reggio Calabria. Un nome per tutti questi magistrati: Nino Di Matteo.
La guerra contro la Mafia è tutt’altro che vinta, quindi. E’ spietata e si gioca su un terreno che non è visibile ai più perché lascia meno cadaveri sul campo. Eppure condiziona e dirige economia e politica. E’ una guerra imprescindibile che deve essere combattuta in tutti gli strati della società fino a quando non cadranno le maschere di coloro che l’hanno resa un impero tentacolare, quei mafiosi che davvero comandano in Italia.
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Editoriali
''Una guerra da vincere'' - Anno XVII Numero 1 - 2017 N74
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