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Scandali

di Giorgio Bongiovanni 

Nel nostro strano paese si grida allo scandalo perché i magistrati, applicando la legge scritta e approvata dai politici a larga maggioranza, danno il loro consenso affinché i collaboratori di giustizia, che hanno contribuito seriamente all’arresto di mafiosi e stragisti, godano dei benefici previsti dal nostro ordinamento di giustizia.
Nessuna voce invece si leva se un boss come Leonardo Greco, irriducibile, trascorre qualche giorno in licenza premio nelle campagne siciliane in compagnia della famiglia.
Nessuna voce nemmeno se l’avvocato Taormina, difensore del capo mandamento di Bagheria, Pietro Lo Iacono, siede in Commissione Antimafia, così può sapere in anteprima i segreti di indagine.
Figuriamoci poi se ci si poteva scandalizzare per un avviso di garanzia al Presidente della Regione Totò Cuffaro per concorso esterno in associazione mafiosa assieme ad una manciata di medici e assessori.
E ancora silenzio assoluto per quella inspiegabile e assurda circolare del sempre più jurassico CSM che stabilisce la turnazione dei magistrati della DDA ogni otto anni. Così mentre la mafia coltiva i suoi affiliati per dieci anni per poi renderli insostituibili, lo Stato pensa bene di fare in modo che un procuratore non diventi troppo competente nella lotta al crimine organizzato, non si sa mai che si metta in testa di farsi ammazzare perseverando troppo nella ricerca della verità.
Così arriva l’estate.
Speriamo che porti consiglio. Una bella riforma. Non quella della giustizia sul modello della impunità, ma magari di qualche obsoleta circolare.
Magari quelle modifiche che auspicava Paolo Borsellino, prima di essere barbaramente assassinato undici anni fa dal potere politico-affaristico-mafioso, quando era quasi riuscito, con Giovanni Falcone e quei pochi altri colleghi pedanti e accaniti, a mettere in scacco Cosa Nostra e i suoi alleati nelle istituzioni.
 

ANTIMAFIADuemila
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