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Bernardo Provenzano e Osama Bin Laden

di Giorgio Bongiovanni 

Bernardo Provenzano e Osama Bin Laden. Bisogna ammetterlo, l’associazione è piuttosto inconsueta, apparentemente improbabile, sicuramente originale ma assolutamente sensata.
Vi chiederete, è lecito, cosa c’entra Provenzano con Bin Laden? E’ presto detto. Innanzitutto, come ben sappiamo, entrambi i soggetti sono capi indiscussi di due organizzazioni criminali operanti a livello mondiale: Cosa Nostra e il terrorismo internazionale. Ambedue, per interesse personale l’uno e per finanziare la Jihad l’altro, utilizzano identici canali di riciclaggio del denaro sporco sia illeciti che “legali” poiché spesso, avvalendosi di prestanome, si inseriscono con facilità nel mondo dell’alta finanza, delle speculazioni di borsa e dei grandi investimenti bancari. Prezioso l’appoggio a loro offerto da elementi deviati della politica e da poteri più o meno occulti sia a livello locale che internazionale. La Cosa Nostra americana, le mafie albanese, russa, pachistana ecc. per Provenzano corrispondono alle numerose organizzazioni terroristiche con cui è in contatto Bin Laden. I collegamenti dei due criminali, la storia ce lo dimostra, sono riscontrabili anche con i servizi segreti dai quali, più volte, sono stati protetti.
All’epoca della discesa delle truppe sovietiche in Afghanistan Osama Bin Laden ha ricevuto finanziamenti dalla Cia, e quindi dal governo statunitense, per arrestare l’avanzata della Russia in quelle terre e frenare l’espansione e l’avanzamento del potere comunista. Negli anni della guerra fredda, e anche successivamente, sempre per la necessità di mantenere un “certo equilibrio” Provenzano è stato ugualmente appoggiato da grosse lobby politiche che gli hanno commissionato omicidi prima di farne un nemico, o meglio, un nemico di facciata. D’altronde così va il mondo della convenienza: il giorno prima compare, il giorno non ti conosce più nessuno e, in particolare nel caso di Bin Laden, te la devi vedere da solo contro il mondo intero!
A questo punto, se mi è concesso, avrei un suggerimento da rivolgere proprio a Osama Bin Laden, latitante da dieci anni, oggi l’uomo più ricercato del pianeta: per proteggersi da un’eventuale cattura non dovrebbe fare altro che chiedere asilo a Bernardo Provenzano, anch’egli latitante, ma da ben 40 anni, e senza mai spostarsi dalla Sicilia. Ci provano da sempre a cercarlo i magistrati in trincea, i poliziotti e i carabinieri costretti a lavorare con le cosiddette “armi spuntate” perché privati, dagli organi istituzionali, di quelle altissime tecnologie delle quali i governi e le stesse organizzazioni criminali, invece, dispongono.
E, in nome della par condicio, un simile suggerimento lo potrei dare anche agli Stati Uniti, la nazione più potente della Terra la quale, come già abbiamo detto, dà la caccia al terrorista Bin Laden da circa dieci anni, senza successo. Anche lei, a mio avviso, dovrebbe mettersi in contatto con Bernardo Provenzano e organizzare un bel complotto. Basterebbe infatti chiedere al capo di Cosa Nostra di ospitare Bin Laden con l’inganno e poi di consegnarlo agli americani. La contropartita? Altri 50 anni di sicura latitanza. A questo punto zu “Binnu” si troverebbe a dover optare, tra le due, la proposta più conveniente: quella del terrorista o quella degli americani. Morale della favola: se gli Stati Uniti vogliono trovare Bin Laden non devono far altro che rivolgersi a Cosa Nostra e se Bin Laden vuole scampare ad un arresto non deve far altro che rivolgersi a Cosa Nostra. Sarà poi la mafia a decidere chi riterrà più opportuno appoggiare.

 

 

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