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La politica perde, la mafia continua a vincere, i magistrati combattono in trincea la loro eroica battaglia.

di Giorgio Bongiovanni  

Non guarda certo al colore politico Cosa Nostra per raggiungere i suoi scopi e si vede. Denaro tramite pizzo, traffico di droga, armi ecc..., ma soprattutto appalti, pozzo infinito di ricchezze e strumento privilegiato per raggiungere l’obiettivo più importante: il potere. Attraverso gli imprenditori, garantiti a destra, al centro o a sinistra, la mafia ha sempre agganciato i suoi referenti che le hanno assicurato vita tranquilla. Fu così con la DC di Lima per arrivare ad Andreotti e con  Raul Gardini e la Ferruzzi per arrivare al PSI di Craxi, per fare solo alcuni esempi. Non si è lasciata sfuggire l’occasione Cosa Nostra però, di ingraziarsi anche l’opposizione e con il consociativismo il partito comunista ha firmato anche il suo compromesso con la mafia. I maggiori idealisti militanti che si sono schierati contro la politica debole della sinistra di quei tempi hanno dovuto sacrificare la loro vita, ma ad Impastato, a Pio La Torre, a Fava e a molti altri non è stata certo resa giustizia. Gli onorevoli, quelli delle poltrone che contano, si nascondono dietro le belle parole, sono da sempre gli stessi, da una parte e dall’altra. Oggi alcuni dei grandi esponenti di sinistra, fatta eccezione per Claudio Fava pronto a dimettersi in caso di colpevolezza degli indagati, forse il presidente della commissione Antimafia, Lumia, Nando dalla Chiesa e qualche altro, accusano i giudici di Palermo di complotto, esattamente come hanno fatto e stanno facendo gli inquisiti e gli imputati del Centro Destra. Guarda caso gli stessi pubblici ministeri Paci e Sturzo che stanno processando l’onorevole Giudice di Forza Italia stanno anche conducendo le indagini sulle presunte collusioni mafia e cooperative rosse con il coinvolgimento dei DS. Prova inconfutabile che questi magistrati in prima linea sono assolutamente imparziali. Una continua e amara riprova che i nostri politici sono solo dei quaquaraquà e degli arroganti che si credono superiori a quelle leggi che, invece, noi tutti dobbiamo rispettare. Farebbero meglio piuttosto, in vista delle elezioni del prossimo anno, a presentare programmi di governo che includano, almeno nei primi quattro punti, di fianco a occupazione, sanità e tasse, un serio e concreto piano di contrasto alla criminalità organizzata. Altrimenti daranno segno, ancora una volta, di voler convivere con questo male, che tutto sommato conviene ai loro interessi, ma saranno per noi cittadini dei collusi con la mafia. Troppo facile riempirsi la bocca di parole come sicurezza, legalità, e città più sicure per poi delegare di nuovo solo ed esclusivamenteai magistrati, con pochi mezzi, il mandato e la responsabilità di difendere la democrazia da questa ingerenza cancerogena. Non c’è certo da meravigliarsi se i magistrati sono continuo bersaglio di critiche e delegittimazioni, se sono isolati e a rischio di vita. Se fanno onestamente il loro lavoro alla ricerca della verità, chi può proteggerli? E intanto il ministro Bianco ordina di diminuire le loro scorte... Chiamala giustizia!

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