Un nuovo anno, ma il narcotraffico continua ad operare a ritmo incessante. In una serie di operazioni antidroga le autorità di diversi paesi sono riuscite ad individuare e intercettare tre carichi di cocaina - che seguivano le rotte del Cono Sud verso l'Europa - per un totale di oltre 12 tonnellate. Uno dei carichi (8,7 tonnellate) è stato intercettato in Bolivia, gli altri due (1,24 e 2,16 tonnellate) invece, in Belgio.
Un record sull’altopiano.
In Bolivia, le autorità hanno sottolineato che il volume di droga sequestrata durante l'operazione rappresenta un record storico nel paese. In occasione della conferenza stampa, il Ministro del Governo boliviano, Eduardo del Castillo, ha illustrato i dettagli dell'operazione “Baldosas” che ha visto la partecipazione di agenti del Gruppo di Intelligence e Operazioni Speciali. Una serie di nove perquisizioni è stata effettuata nella città di Oruro, a circa 225 chilometri a sud di La Paz, capitale del paese. La droga era impregnata nelle assi di un carico di legname, trasportato da diversi camion diretti ad ovest, verso il Cile, attraverso il valico di frontiera Chungara-Tambo Quemado. Attraverso le indagini si è dedotto che il carico avrebbe poi proseguito in direzione nord, verso il Perù, dove sarebbe stata trasferita su di una nave con scalo a Panama e destinazione nei Paesi Bassi.
Finora sono state arrestate solo quattro persone, tre di nazionalità boliviana e una di nazionalità colombiana.
Di nuovo il porto di Anversa, di nuovo il porto di Montevideo
Le autorità europee sono riuscite a intercettare due carichi di cocaina di elevata purezza nel porto di Anversa, in Belgio, uno dei punti più vulnerabili per il narcotraffico internazionale. Il primo lotto è stato sequestrato il 22 dicembre; poco più di 1200 chilogrammi di cocaina viaggiavano su una nave partita dal porto di Guayaquil, in Ecuador, un paese che soffre, da più di tre anni, una forte crisi di violenza, determinata da lotte territoriali per il controllo delle vie di traffico.
Il secondo carico, che ha superato senza problemi i miseri controlli del porto di Montevideo, contava più di 2,4 tonnellate di cocaina nascoste tra gli ‘alfajores’ di una tradizionale marca uruguaiana. Finora le ipotesi di lavoro delle autorità si concentrano sul fatto che il carico di ‘alfajores’ è stato acquistato in un supermercato montevideano e poi trasportato verso la Zona America, una delle tante zone franche che il governo uruguaiano sembra aver concesso ai narcotrafficanti.