Il pubblico ministero serbo per i reati organizzati ha sollevato accuse contro 20 individui, identificati come capi e membri del presunto cartello dei Balcani, implicati nel traffico di considerevoli quantità di cocaina, secondo quanto riportato dalla testata giornalistica KRIK, associata serba dell'OCCRP, all'inizio di questa settimana.
Tra coloro elencati, compare Zoran Jakšić, figura di rilievo del Gruppo America, una consorteria criminale nota per il contrabbando di ingenti quantità di cocaina a livello globale. La loro fama deriva non solo dal traffico di droga ma anche dalla pratica di smembrare i nemici con motoseghe, assassinare funzionari governativi di alto rango e collaborare con agenzie di intelligence.
Jakšić è stato arrestato in Perù e ha ricevuto una condanna a 25 anni di carcere nel febbraio del 2021.
L'accusa sospetta che il gruppo criminale sia coinvolto nel traffico internazionale di circa sette tonnellate di cocaina nel periodo che va dal dicembre 2019 all'agosto 2020.
Le operazioni di confisca della cocaina si sono svolte in tre fasi distinte: 4,5 tonnellate sono state sequestrate a bordo della nave "Ares" nel febbraio 2020; altre 1,2 tonnellate sono state scoperte alcuni mesi dopo, nel giugno, in Belgio; e ulteriori 742 chili sono stati rinvenuti a Rotterdam, nei Paesi Bassi, nell'agosto dello stesso anno.
KRIK ha segnalato che una parte del gruppo, prevalentemente originaria della città meridionale serba di Niš, è stata inoltre accusata di vendita illegale di armi da fuoco, munizioni e dispositivi esplosivi.
Secondo quanto riferito da KRIK, le autorità serbe hanno bloccato i beni degli indagati, inclusi tutti i conti bancari e le casseforti, nonché proprietà mobili e immobili, come appartamenti, case, veicoli, insieme a una somma superiore ai tre milioni di euro, orologi di valore e gioielli.

Le autorità serbe presentano accuse contro il Cartello dei Balcani
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