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443 kg di cocaina, arrivati con un Cesna atterrato in una zona vicina alle terme di Arapey, distante 3 km dalla Strada 3, sono stati sequestrati sabato alle prime ore del giorno, nel dipartimento di Salto, regione del Nord dell’Uruguay. L’operazione di polizia che ha fatto fallire la consegna di questo carico è stata ribattezzata “Adamante” e ha portato all’arresto di quattro persone denunciate dalla Procura nelle ultime ore.

Oltre alla cocaina – il cui carico è stato valutato in diversi milioni di euro – sono stati sequestrati veicoli e dollari americani (60.000), oltre ad altri attrezzi utilizzati per lo spaccio della droga. Ma l’aspetto più eclatante di questa “operazione riuscita delle autorità di polizia”, secondo il Ministro degli Interni Luis Alberto Heber, riguarda le indagini sui detenuti: due uruguaiani e due boliviani (uno lievemente ferito da un colpo di arma da fuoco, quando i poliziotti hanno sparato contro l’aereo per impedire che decollassi e abbandonassi la zona), due dei quali avevano un legame con il narcotrafficante uruguaiano oggi latitante Sebastián Marset, anche se sono in corso indagini per stabilire se il legame sia ancora effettivo attualmente.

Monica Ferrero, il pubblico ministero specializzato in reati di narcotraffico e stupefacenti, è a carico delle indagini sull’operazione di cui i media parlano da sabato mattina.

Dopo le dovute dichiarazioni, valutazione del procedimento e delle informazioni in possesso delle forze dell'ordine specializzate nel contrasto al traffico di stupefacenti nel nostro Paese, sono scattate le denunce per tre dei detenuti, ma non per il quarto, ricoverato in un centro di cura per una lieve ferita da arma da fuoco, ma che una volta dimesso subirà la stessa sorte delle persone arrestate sabato.

È stato ufficialmente dichiarato che il pilota dell'aereo Cesna, cittadino boliviano, è stato accusato di "importazione di trasporto di sostanze stupefacenti e reato aeronautico"; i due cittadini uruguaiani sono stati denunciati per “complicità nell'organizzazione del narcotraffico”, ordinandone il fermo preventivo, mentre si concludono le indagini. Inoltre, il pm del caso ha emesso la richiesta per altre tre persone, che al momento restano latitanti. Nel frattempo, il copilota dell'aereo - un cittadino boliviano - dovrebbe essere accusato come il suo connazionale.


soldi sequestati uruguay


Ma il dato più curioso e rilevante di questa operazione, che risale alla fine del 2021, è che due degli imputati avevano una stretta relazione con Sebastián Marset, narcotrafficante uruguaiano fuggito dagli Emirati Arabi Uniti con passaporto uruguaiano, la cui attività - in quella regione del pianeta - è oggi oggetto di scandalo a diversi livelli e in alcuni ambiti del governo uruguaiano.

Secondo quanto riferito dal ministro dell'Interno, si sta cercando di definire proprio il livello di collegamento tra gli imputati e Marset, e in tal senso sono state disposte una serie di indagini e verifiche dalla forza specializzata nella lotta al narcotraffico all'interno del territorio uruguaiano, con il supporto di altre forze di sicurezza e di intelligence provenienti dall'estero, in particolare dall'America Latina.

Purtroppo continuano a registrarsi operazioni di questo tipo, all'interno di un Paese - Uruguay - che è ormai indiscusso rotta per il narcotraffico internazionale, con l’aggiunta che al suo interno di fatto operano elementi della mafia del narcotraffico internazionale, probabilmente con la complicità di personaggi della criminalità locale e straniera infiltrati nella società uruguayana con nomi falsi, attività di copertura e con profilo legale.

Un'infiltrazione che è stata denunciata in più di un'occasione dalla nostra redazione, nel tentativo di lanciare un'allerta pubblica del fatto che i narcotrafficanti si sono insediati nelle istituzioni statali o che quanto meno abbiano compiuto pratiche corruttive utilizzando ingenti somme di denaro per ottenere complicità e supporto logistico. Qualcosa che è letteralmente un fatto compiuto, a giudicare da una serie di episodi strettamente legati al trasferimento di ingenti carichi di cocaina verso l'Europa, via mare, negli ultimi sette anni.

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