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Migliaia di membri della comunità indigena Tzotzil e Tzeltal si sono riuniti di recente nel comune di Pantelhó per sostenere un gruppo di autodifesa locale noto come Autodefensas del Pueblo El Machete, la notizia è stata data dal gruppo di media locali Chiapas Paralelo
Il gruppo armato, formatosi dopo l'esodo forzato di 3mila persone, a seguito di attacchi mirati compiuti da un gruppo criminale non identificato, è composto da membri della comunità locale e si è riunito all'inizio di questo mese; secondo le loro dichiarazioni sarebbero lì per "per cacciare i sicari, i trafficanti di droga e i gruppi della criminalità organizzata".
Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha affermato che "in nessun caso è accettabile che i gruppi di autodifesa prendano le armi", ma sugli altopiani della regione del Chiapas si radunano sempre più combattenti volontari intenzionati a combattere per respingere le incursioni dei gruppi criminali organizzati poiché il governo non riesce a garantire la loro sicurezza. Motivo di tale abbandono? La presunta collusione tra il governo e i narcos denunciata dal catechista e missionario Simón Pedro Pérez López (di origine indigena Tzotzil e presidente dell'organizzazione della società civile Las Abejas de Acteal ) ucciso il 5 luglio di quest'anno da un soggetto non ancora identificato.
Nella denuncia esposta dal missionario sono emersi alcuni presunti legami tra la classe politica e il cartello Jalisco New Generation (Cartel Jalisco Nueva Generación - CJNG). Legami che dovranno passare ancora al vaglio degli inquirenti.
Una cosa è certa secondo il Fray Bartolomé de Las Casas Human Rights Center, ossia che “il governo dello stato del Chiapas è pienamente consapevole della situazione in questo comune, tuttavia, finora non ha agito per proteggere la vita, l'integrità e la sicurezza personale della popolazione”.
Inoltre ci sono segnali che la violenza peggiorerà ulteriormente; infatti all'inizio di questo mese, presunti uomini armati del CJNG hanno sparato e ucciso, nella capitale Tuxtla Gutiérrez, Gilberto Rivera Maravilla, alias "El Junior", figlio dell'ex capo del cartello di Sinaloa Gilberto Rivera, alias "Tio Gil", che avrebbe controllato le operazioni del gruppo in Chiapas fino al confine con il Guatemala prima della sua cattura nel 2016.

Foto © Silvia Andrea Moreno

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