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Era appena cominciato l'anno 2000 quando iniziarono a circolare  le prime notizie inquietanti, provenienti dal settentrione argentino. Notizie che davano un'idea del livello che stava raggiungendo il narcotraffico nell'America del Sud. Solo pochi anni prima, nel 1998, apparve la prima notizia sul traffico di droga attraverso la frontiera tra Bolivia ed Argentina, nella località salteña di Salvador Mazza. In quell'occasione due gendarmi furono uccisi e diveniva sempre più evidente la poca presenza dello Stato nel controllo della frontiera. 

In quel periodo l'Argentina non era ancora  una rotta conosciuta per il traffico di stupefacenti e la media dei sequestri di cocaina, durante le operazioni di perquisizione, si aggirava intorno agli 800/900 chili. 13 anni dopo, in una sola operazione, fu sequestrata una tonnellata di cocaina nascosta in un camion guidato da due gendarmi, mentre percorreva la strada nazionale 34. A partire da quel momento il traffico di cocaina è andato aumentando in maniera esponenziale. 

La località di Salvador Mazza, dove vivono circa 27.000 abitanti, si trova lungo il valico di frontiera internazionale denominato "Salvador Mazza-Yacuiba", che unisce l'Argentina con la Bolivia. Si stima che passi da lì circa l’80/90 percento di tutta la cocaina che circola in Argentina. 

Nel Dipartimento di Giustizia di Salta ci sono oltre 6.000 cause aperte legate al narcotraffico della zona, molte di esse sul punto di cadere in prescrizione sia per la mancanza di aule giudiziarie dove tenere i processi sia  per  la carenza di strutture carcerarie che possano  rispondere alla problematica. 

Nella provincia di Salta sono in funzione due Tribunali Federali, siti nella capitale, e uno nella città di Oràn, a nord della provincia, che hanno competenza in tutte le giurisdizioni. Il Tribunale di Orán è attualmente al collasso, con 2.500 cause all'anno legate al narcotraffico. Con la legge 26707 (marzo del 2009) è stato istituito un quarto Tribunale Federale a Tartagal. 

È più che evidente che il volume di cause aperte supera ogni aspettativa. Quasi tutte le investigazioni sul tema droga finiscono nel tribunale federale della località di Orán. In sette anni e mezzo sono state aperte oltre 19.000 cause. 

Stando a quanto riferito da "Pagina 12", l'ex consigliere di Salvador Mazza, Mauricio Gerónimo, fa notizia oggi. Latitante da circa quattro anni è accusato di far parte di un'organizzazione narcocriminale che è stata disarticolata nel febbraio del 2016. Un altro ex consigliere è stato già condannato. Il verdetto sarà reso noto il prossimo 16 aprile. 

Il Procuratore Generale Federale, Carlos Amad, ha richiesto ieri la pena di 14 anni e 8 mesi di prigione per l'ex consigliere accusandolo di essere colpevole del reato  di traffico di sostanze stupefacenti aggravato. La denuncia dell'Unità di Informazione Finanziaria (UIF), rappresentata dagli avvocati Miguel Mogrovejo e Javier Jara, aveva chiesto una pena più severa, 16 anni, ritenendo che era stato lui l’"organizzatore" di questo crimine . 

La condanna è stata chiesta dopo due settimane di udienze davanti al Tribunale Federale di Salta, dove hanno deposto  25 testimoni. 

Mauricio Gerónimo, il consigliere comunale in questione, è sotto processo come accusato di essere parte di una banda criminale che nel 2016 organizzò il trasporto di 267 chili di cocaina, carico che fu sequestrato il 14 febbraio del 2016 durante un controllo sulla strada nazionale 16, a cinque chilometri dal comune di Taco di Tassello Pozzo, nella provincia del Chaco. 

Le perquisizioni disposte dal procuratore federale Ricardo Toranzos sono state indirizzate, sin dall'inizio, su diversi fronti, per poi concentrarsi sul dipartimento Anta, nel sud di Salta, dove si presumeva che un'organizzazione criminale capeggiata dall’impresario boliviano Wilson Maldonado Balderrama (arrestato il 27 gennaio di questo anno in Bolivia), aveva lanciato cocaina da aerei da turismo. 

D'altro canto hanno affermato che l’imputazione a carico di Mauricio Gerónimo è stata già convalidata nel primo processo contro gli altri membri della banda e che si è concluso il 5 settembre del 2018. Il Tribunale Federale ha condannato Sergio Velarde e Alejandro Maurín a 14 anni di prigione, mentre José Melgarejo, Rubén Velarde e Francisco Escudero sono stati condannati a 12 anni, e Jesús Gerónimo a 9 anni, per trasporto di sostanze stupefacenti aggravato. 

Sette membri di questa banda furono fermati in quell'occasione. I denuncianti hanno ricordato che Melgarejo era l'autista del camion Mercedes Benz che trasportava la droga mentre Rubén Maurín faceva da scorta su un camioncino Ford Ranger; anche Mauricio Gerónimo era su quella strada con una Fiat Torino ma riuscì a scappare. 

Antecedentemente i fratelli Sergio e Rubén Velarde e loro zio, Francisco Escudero, si erano invece interessati di affittare il campo dove fu lasciata cadere la droga che dopo sistemarono nel camion. Jesús Gerónimo fu arrestato in un’abitazione della località di El Carril, con 521.000 dollari in una borsa, denaro di suo fratello Mauricio. È stato dimostrato che si stava preparando per fuggire anche lui.   

Per il procuratore Amad in questo dibattito,  con le prove presentate nel processo contro gli altri membri dell'organizzazione, è stata dimostrata la partecipazione di Mauricio Gerónimo nel fatto, pur non condividendo lo stesso reato penale. 

"A giudizio di questa procura, Gerónimo non fu l'organizzatore, ma la sua funzione era quella di effettuare i pagamenti al resto dei membri della banda; ciò emerge da numerose intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito dell’indagine del caso", ha commentato. 

A questo proposito, ha segnalato alcune conversazioni nelle quali altri imputati, e perfino la moglie di uno di loro, hanno detto che il denaro per i pagamenti lo portava il "Gordo", appellativo con il quale si faceva riferimento all'ex consigliere Gerónimo. Amad ha dichiarato che l'accusato aveva una posizione di potere rispetto al resto, perché si faceva quello che lui chiedeva. 

Amad ritiene che Maldonado Balderrama rivestiva il ruolo di organizzatore e aveva al suo servizio Gerónimo e i fratelli Maurín. “Ognuno sapeva molto bene cosa doveva fare, e se sperate di trovare una foto di Gerónimo mentre carica i pacchetti della droga, non la troverete, perché non era quello il suo compito; ognuno conosceva bene il proprio ruolo, e quello dell’imputato era di  effettuare i pagamenti", ha aggiunto. 

Tra le altre prove incriminanti, il magistrato ha fatto riferimento al denaro che aveva suo fratello Jesús Gerónimo, denaro che non poteva giustificare. Amad ha ricordato d'altra parte che Gerónimo non è riuscito a dimostrare che attraverso la sua attività di vendita di telefoni cellulari potesse contare su un guadagno di mezzo milione di dollari, né che quel denaro lo avesse 

"Questo risultò palese, perché il giorno che trasportarono la droga non ebbero neanche la cura di caricare il camion con soia o qualche altro grano per mimetizzare il carico vero che trasportavano. E non lo fecero perché non hanno alcuna dimestichezza con quell'attività; affittarono un campo e non piantarono né seminarono niente perché l’unica cosa che sanno fare è trafficare droga", ha sottolineato. 

La difesa di Gerónimo, nella persona dell'avvocato Carlos Bianco, ha chiesto l'assoluzione, ma ha anche richiesto che, nel caso che non venisse accolta la sua richiesta, l'ex consigliere sia condannato come partecipante secondario di un tentativo di trasporto di sostanze stupefacenti, il che ridurrebbe sensibilmente la pena da scontare. 

Dopo l’intervento dell'avvocato di Gerónimo, Carlos Bianco, il Pubblico ministero Amad ha tacciato di "codardía" la strategia difensiva consistente nell'accusare il suo collega Toranzos di avere indirizzato l’indagine verso l'ex consigliere. Come ha affermato Gerónimo, sin dal momento della sua fuga, la difesa, tanto all'apertura del processo come nel suo intervento ieri, ha affermato che si è trattato di una campagna orchestrata dalla politica per pregiudicare il suo cliente. 

"Richiama l'attenzione il fatto che accanto a queste manifestazioni vi siano manifesti e denunce contro il pm Toranzos, il cui onore non può essere macchiato perché non ha modo di difendersi. Non è stato il Pubblico ministero, neanche il giudice istruttore della causa, né la dozzina di magistrati che confermarono i fatti contro Gerónimo, con sentenze diverse, quelli che si riunirono a El Quebrachal con Maurín e Velarde per coordinare il trasporto della droga. È stato Gerónimo, e ciò è stato ampiamente provato in questo processo, sia per le prove presentate sia per le dichiarazioni dei testimoni", ha affermato il Pubblico ministero Amad. 

"Le allusioni di pregiudizio politico non hanno nessun fondamento perché il settore politico al quale appartiene l'accusato ha sempre guadagnato con Salvatore Mazza, tanto che arrivò a ricoprire la carica di consigliere comunale, come così neanche è certo che l'ex presidente Mauricio Macri si congratuló con il Giudice  Toranzos per avere incarcerato Gerónimo, dato che, al momento dei fatti, neanche esisteva 'Insieme per il Cambiamento' , il partito nel quale militava Macri. Sono tutte bugie che cercano di denigrare e deviare l'attenzione dalla verità, cioè che Gerónimo partecipò al trasporto di 267 chili di cocaina", ha concluso Amad. 

Foto © Mart Production/Pexels

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