L’immagine di un boss della droga che impartisce ordini da qualche città della Colombia sembra ormai appartenere alla storia. La realtà attuale lo colloca a migliaia di chilometri di distanza verso città come Madrid (Spagna), Miami (Stati Uniti), Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) o Doha (Qatar). Ormai non esistono più cartelli ‘solitari’ o forti da ‘battitori liberi’. Oggi c’è un cartello internazionale chiamato Junta del Narco - o Junta di Dubai - composto da narcotrafficanti precedentemente detenuti negli Stati Uniti, che hanno fatto un accordo per non operare più negli Stati Uniti e per questo si sono lanciati alla conquista del mercato europeo.
Sia chiaro, non si tratta di un’organizzazione gerarchica e piramidale, con un comando e un controllo definito ma funzionerebbe come una rete di attori che si coordinano in modo flessibile e dinamico, interagendo in settori e anelli specifici attraverso alleanze legali e illegali, in contesti nazionali e internazionali.
Almeno questo è ciò che afferma un rapporto dell’intelligence colombiana diffuso da Noticias Uno.
In quel rapporto si afferma che c’è una riconfigurazione dei centri logistici nelle dinamiche internazionali del traffico di droga, “replicando le attività di Dubai e in paesi come Turchia, Spagna ed Ecuador”.
Per eludere le rotte tradizionali del traffico verso gli Stati Uniti, questa alleanza narco sposterebbe la cocaina verso Ecuador, Bolivia, Paraguay, Argentina e Uruguay, da dove partirebbe verso Europa, Africa e Australia.
In questo ‘grande gioco’, i giovani colombiani poveri sono quelli che pagano il prezzo più alto. Sono l’anello più debole della catena: quelli che in poche parole fanno da guardia alle piantagioni di cocaina, che fanno il lavoro sporco schiavizzando le popolazioni locali e via elencando.
Secondo le informazioni di Noticias Uno, alla fine degli anni ’70, a Bogotá operava un cartello della droga guidato da José Ignacio Ardila, alias ‘El Coronel’. In quell’organizzazione criminale c’erano Lozano Pirateque, alias ‘Patricia’, tra gli altri membri, che riciclavano denaro attraverso attività lecite e illecite legate alla vendita di smeraldi.
Lozano Pirateque, secondo un organigramma gestito dall’intelligence colombiana, risiede in Spagna ed è parte della Junta del Narco. Allo stesso modo, ne fanno parte Jorge González, alias ‘J Firma’; Luis Cortés, ‘Junior’, che vivono a Dubai e che avrebbe sotto il suo comando diverse reti di narcotraffico albanesi, tra cui una guidata da Elton Bregu, responsabile dell’invio di cocaina da Pereira (Colombia) all’Europa.
Sono inoltre indicati come membri di questa confederazione di mafie Artum Mrdeza, catturato in Venezuela lo scorso maggio; Carlos Contreras, alias ‘El tonto Contreras’, che vive a Dubai; Rutdy Alirio Zárate, alias ‘Runcho’, ‘Germán Sánches’, alias ‘Coletas’, che risiedono in Spagna, e Jorge Isaac Vélez e Jorge Blanco, che vivono in Colombia.
Nessuno di loro ha procedimenti giudiziari in corso; per questo motivo il presidente colombiano Gustavo Francisco Petro Urrego ha annunciato che chiederà all’Agenzia Giuridica dello Stato di avviare, sulla base dello Statuto di Roma, un processo contro i leader e i membri della Junta del Narcotráfico a livello globale per “crimini contro l’umanità”.
Foto © Imagoeconomica
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