Antimafia Dos Mil ha intervistato Elías Cabral, uno dei principali promotori della manifestazione del prossimo 25 marzo ad Asuncion
Il prossimo 25 marzo avrà luogo una delle più grandi mobilitazioni cittadine degli ultimi anni e avrà come punto di partenza la piazza uruguaiana di Asuncion. È quanto annunciato dai rappresentanti di oltre 35 organizzazioni della società civile in una conferenza stampa tenutasi martedì scorso, nella piazza de Armas. Una mobilitazione contro i corruttori, la casta politica corrotta, e la parte di governo alleata con la mafia.
Uno dei leader principali della manifestazione e Coordinatore Nazionale degli Adulti paraguaiani, Elías Cabral, ha espresso: “Abbiamo raggiunto un accordo per indire una grande mobilitazione il 25 marzo, perché questi politici si sono arrogati un’autorità al di sopra della Costituzione nazionale”.
“Ringrazio le oltre 35 organizzazioni sociali che stanno aderendo. Organizzazioni di lavoratori, di persone con disabilità, di adulti anche di una certa età, di indigeni e di persone contadine e della città, che stanno anche loro rivendicando i propri diritti. Il 25 marzo verremmo ad esercitare la sovranità popolare stabilita nell'articolo 2 della Costituzione Nazionale”.
“Sono lì le bare, affinché tutti vedano, il mondo veda, che queste autorità fanno il nome di persone decedute 30, 40, 50 anni fa per riscuotere la pensione degli anziani. Mentre loro inaugurano palazzi, il Presidente della Repubblica, il senatore Hernán Rivas, il deputato Orlando Arévalo, perfino sua moglie, comprano un water che costa 13 milioni con i soldi del popolo, mentre la gente deve pagare più cara l'energia elettrica, deve pagare più caro il pedaggio, il carburante. Per questo motivo saremo presenti, per chiedere a queste autorità che siano i nostri semplici rappresentanti, che non sono altro che la Costituzione nazionale. La Costituzione è al di sopra di qualsiasi autorità e questo lo faremo rispettare”.
“Siamo disposti a chiedere le dimissioni dei parlamentari e anche dello stesso Presidente della Repubblica, perché violano la Costituzione nazionale e impoveriscono il nostro popolo; lo lasciano senza lavoro, senza cibo, e aumentano le tasse sulle nostre spalle”.
“La concentrazione delle persone avverrà nella Piazza uruguaiana della capitale. Poi ogni organizzazione marcerà verso la piazza de Armas. Sarà allestito un punto dove tutti i partecipanti, tutti i membri delle organizzazioni che aderiranno a questa manifestazione, faranno le loro rivendicazioni e le corrispondenti contestazioni”.
Elías Cabral ha inoltre espresso: “Faccio un chiarimento: tutti i politici sono invitati a aderire a questa manifestazione cittadina, ma loro non potranno farsi portavoce di questa lotta, perché la lotta è delle organizzazioni sociali. La classe politica non è riuscita a dare soluzione ai distinti problemi che vive il nostro paese. Motivo per cui si deve astenere a prendere il microfono e farsi portavoce di questa lotta”.
Anche altri referenti organizzatori della grande manifestazione sono intervenuti e hanno sollecitato i cittadini, i lavoratori del paese - che sono stati licenziati, che non guadagnano il salario minimo legale, che grazie ai senatori e ai deputati sono rimasti senza diritto alla pensione, senza diritto a ferie giuste – a scendere in strada e manifestare il prossimo 25 marzo, soprattutto perché questi stessi parlamentari hanno aumentato il loro stipendio, in due periodi.
Loro vanno in pensione, mentre i lavoratori comuni, anche se arrivano a 85 anni, non possono più andare in pensione, a causa di queste leggi che hanno creato. Si preoccupano solo del loro benessere economico, mentre i lavoratori comuni soffrono la fame, e i loro figli muoiono negli ospedali; mentre questi “signori” insieme ai loro avvocati, fanno in modo che le loro cliniche private guadagnino denaro.
A causa dell'inerzia del governo nei riguardi dei settori bisognosi, in quello educativo si stanno facendo acquisti di mobili dall’estero, mentre anche il Paraguay è produttore di mobili. Ciò significa che il paese è gestito da autorità prive di patriottismo, e in secondo luogo, nel caso delle leggi sul lavoro, la gente non ha saputo protestare, perché in nessun paese al mondo è stata approvata una legge che elimina il salario minimo, dove pochi arriveranno alla pensione, e in terzo luogo, nel caso della sanità, si trova nel momento peggiore: le persone soffrono e muoiono nei corridoi degli ospedali come apolidi, come persone che non hanno alcuna possibilità di avere un presente e un futuro migliore, ecco perché devono essere tutti uniti. E se le autorità non riescono a gestire i bisogni, che se ne vadano tutti, perché questo non è il governo che vogliono e meritano. “Siamo in un paese governato dal crimine organizzato e da gente corrotta che dobbiamo estirpare”.
- Come vedi, i preparativi per la grande manifestazione del 25 marzo ad Asuncion-
“Le adesioni stanno aumentando, la cittadinanza sta aderendo. Abbiamo lanciato a novembre questo appello alla cittadinanza ed ora abbiamo più di 35 organizzazioni che stanno aderendo, stufe di questo sistema politico, del crimine organizzato che si è impadronito del nostro paese, dei tre poteri dello Stato. Questo è il motivo delle rivendicazioni del popolo che facciamo nostre.”
Bisogna tener conto che nel nostro paese governano la Costituzione nazionale e le leggi. Il nostro è uno stato sociale di diritto e le autorità da molto tempo si sono attribuite poteri che non hanno. Dicono di avere più potere della Costituzione nazionale e questo non è vero. Devono obbedire alla Costituzione nazionale. Tuttavia, gestiscono a loro piacimento la Procura, il potere giudiziale e tutti gli apparati dello Stato.
“Per questo oggi i cittadini insorgono e vogliono esercitare il potere sancito nell’articolo 2 della Costituzione. Lì non si dice che la sovranità risiede nei deputati e nei senatori, la sovranità risiede nel Presidente della Repubblica, nei governatori e nei consiglieri comunali, la sovranità risiede nel popolo. Tutte le autorità devono essere al servizio delle persone e non le persone al loro servizio come sta accadendo ora. Inaugurano palazzi, comprano aerei da caccia, hanno tutti i privilegi, e per la gente? Carburante più caro, pedaggi più cari e tutto ciò che mangiamo più caro. Quindi, siamo in un paese gestito dalla criminalità organizzata e da persone corrotte che dobbiamo estirpare”.
- Qual è l'obiettivo fondamentale di questa manifestazione programmata? Cosa ha unito tutte queste organizzazioni sociali, civili e perfino politiche in tutto il paese?
“È una forza comune contro tutti questi politici che oggi amministrano il paese, lo Stato paraguaiano. Questi politici si stanno arricchendo con i soldi del popolo. È questo che ci unisce tutti, perché tutti soffriamo a conseguenza di questi politici. Tutto il mondo si rende conto. Che le persone che sono al potere diventano ogni giorno più ricche. Immaginate, il Presidente della Repubblica ha inaugurato un palazzo gigantesco, Hernan Rivas, un senatore, il suo palazzo, anche il deputato Orlando Arevalos. Avete visto. Poiché sua moglie non sa cosa fare con i soldi, compra una toilette per 13 milioni di guaraníes giocando a soldi. Anche Yoana Vega sta per inaugurare la sua villa, il che significa che i politici inaugurano ville in tempi di crisi, mentre la gente deve pagare di più per l'elettricità. Tutti i beni aumentano di prezzo, fratello. Non possiamo restarcene a casa in silenzio.”
- Quali sono le proposte concrete? Vediamo che sono in crisi i tre poteri dello Stato. Ci sono proposte concrete per l’esecutivo, legislativo, e per il potere giudiziario in questa manifestazione?
“L'articolo 128 recita che in nessun caso l'interesse privato può prevalere sull'interesse generale. Si assegnano sei milioni di guaranì come stipendio, nella loro dieta, credo che riscuotano quattro milioni per ogni sessione. Aumentano i loro introiti. Dopo dieci anni, possono già andare in pensione…”.
-Stiamo assistendo, come lei ha detto, all'infiltrazione -e non solo- della presa del potere nello Stato, non solo da parte della criminalità organizzata, ma anche della mafia e stiamo vedendo che questo Stato sta diventando uno Stato fallito, dove non esiste uno stato di diritto sociale. Di fronte a questo attacco della mafia, cosa dobbiamo fare come organizzazioni sociali per combatterlo?
"La gente dice che tutti dovrebbero andarsene, perché queste persone non rispondono più al popolo. La democrazia è stata fondata sulle fondamenta del popolo. Il popolo sceglie i suoi rappresentanti per servire il popolo. Ma loro non servono più il popolo; servono altri padroni, persone potenti. Quindi dobbiamo denunciarli, dobbiamo licenziarli, compagni."
- Perché si presenta come un risveglio di coscienza?
“Perché stiamo soffrendo le dieci piaghe dell'Egitto, loro ebbero dieci piaghe, ora noi abbiamo più di 50 piaghe in Paraguay. La gente viene picchiata nelle loro case, vanno negli ospedali e non trovano medicine; le scuole sono disastrose, non ci sono infrastrutture, mancano ponti, strade, i contadini non sanno più cosa lavorare; c'è disoccupazione, veniamo saccheggiati alla luce del giorno. Quindi la gente si sta svegliando di fronte alla sofferenza che sta accadendo nel Paese".
- Si può quindi sostenere che in Paraguay sta sorgendo per la prima volta un grande Movimento Sociale e Popolare contro il crimine organizzato e la mafia?
“Si signore, per la prima volta stiamo sentendo e non solamente ad Asuncion, ma in tutto il paese. Immagina che abbiamo organizzazioni in quasi tutti i 17 dipartimenti e a luglio si è costituito il Coordinatore Nazionale de Adultos Mayores. Immagina che ad oggi abbiamo oltre 60 collettivi che parteciperanno il 25 marzo. Questo non è mai successo. C’è un risveglio perché ormai soffriamo troppo. Quante madri e bambini sono già morti negli ospedali, perché non ci sono medicine, non c'è assistenza medica, non ci sono infrastrutture, non c'è lavoro. E questo risveglia la gente”.
- Qual è il messaggio che potresti dare alle diverse organizzazioni sociali che stanno lottando per la stessa causa in Argentina, Uruguay, Cile, Italia e in altri paesi del mondo in questo momento, soprattutto contro il crimine organizzato e la mafia?
“Dobbiamo fare fronte comune, dobbiamo cercare un'unità tra tutti, altrimenti il mostro ci mangerà uno per uno. Dobbiamo unirci compagni, fare una forza comune. Quando chi sta in basso si muove, chi sta in alto cadrà".
Foto di Gladys Benitez, per Antimafia Dos Mil
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