L'arresto di Ismael "El Mayo" Zambada ha scatenato una lotta senza quartiere per il controllo del cartello di Sinaloa, una delle più famose organizzazioni di narcotraffico al mondo.
Quando il signore della droga messicano è stato caricato a bordo di un piccolo jet Beechcraft e segretamente trasferito negli Stati Uniti a luglio, il governo americano ha definito l’operazione un duro colpo per i trafficanti di fentanyl.
“Dovremmo celebrare quanto accaduto a Sinaloa,” ha dichiarato di recente l’ambasciatore statunitense Ken Salazar.
Ma gli omicidi nello stato di Sinaloa sono esplosi: circa 400 persone sono state uccise negli ultimi due mesi, quadruplicando il numero rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La capitale, Culiacan, si è trasformata in una città fantasma di notte, con i residenti rinchiusi in casa mentre uomini armati erigono barricate incendiarie e si affrontano per le strade.
La violenza ha riacceso un dibattito di lunga data: la caccia statunitense ai boss criminali indebolisce davvero i gruppi di criminalità organizzata o innesca semplicemente lotte di potere che lasciano il Messico nel caos?
La questione è particolarmente critica poiché il presidente eletto Donald Trump promette di intensificare la lotta contro i cartelli messicani. Trump ha dichiarato inoltre il mese scorso al canale NewsNation che “serve un’operazione militare” contro i trafficanti, sebbene non abbia fornito molti dettagli.
JD Vance, il vicepresidente in carica, ha affermato durante un recente comizio che centinaia di migliaia di militari statunitensi “sono furiosi contro i cartelli messicani. Penso che li manderemo a combatterli”.
Per anni, le amministrazioni statunitensi hanno spinto il Messico a catturare ed estradare i capi del narcotraffico, fornendo miliardi di dollari in aiuti per la sicurezza. Ma i trafficanti continuano a inviare enormi quantità di fentanyl, cocaina, metanfetamine e altre droghe oltre il confine statunitense. Molti messicani ritengono che la “strategia dei boss” abbia trasformato il loro paese in un campo di battaglia, con cartelli frammentati che si combattono per il potere.
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