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Gustavo Benitez Gadea, sarebbe coinvolto nel duplice attentato. Arrestato a seguito di un incidente stradale in Brasile. Presunto colpevole di altri omicidi

Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 11-07-2024.

A circa tre mesi dal decimo anniversario dell’omicidio del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada Chamorro - avvenuto il 16 ottobre 2014 in un isolato sentiero sterrato di Villa Igatimi nel dipartimento di Canindeyú - la polizia paraguaiana ha fermato nella città di Pedro Juan Caballero un uomo di 29 anni di nome Gustavo Benitez Gadea, ricercato come presunto membro del gruppo di di fuoco che eseguì il doppio omicidio dei giornalisti che sconvolse la società paraguaiana.
L’arrestato era stato coinvolto in un incidente stradale nella città brasiliana di Paranhaos e nel momento in cui è stato trasferito all'Ospedale di Ponta Porá sotto il nome di Gustavo Acosta Gadea (l’identità di cui si avvaleva) e successivamente all'ospedale regionale di Pedro Juan Caballero - presentando fratture ad entrambe le gambe ed altre lesioni di minore entità- è stato possibile stabilire che si trattava di una persona ricercata dalle autorità. Sebbene ci sia il sospetto che abbia partecipato al duplice omicidio dei giornalisti, vi è la certezza che non sia estraneo ad altri omicidi commessi anni fa, probabilmente come parte del cosiddetto clan Acosta. 
L'impatto del delitto dei giornalisti Pablo Medina ed Antonia Almada, avvenuto 10 anni fa, sembra non avere fine, infatti ancora una volta i media paraguaiani devono riportare un procedimento di polizia relativo a questo evento che a tempo debito sconvolse profondamente sia la famiglia giornalistica paraguaiana - inclusi noi, poiché Pablo Medina era redattore collaboratore del nostro sito.
A dieci anni dell'attentato, nelle ultime ore, le autorità di Polizia della città paraguaiana confinante con il Brasile, Pedro Juan Caballero, sono state avvisate dalla città di Ponta Porá che una persona con gravi ferite ad entrambe le gambe a causa di un incidente stradale avvenuto nella località brasiliana di Paranhaos, era stata trasferita all'ospedale regionale, presentando documenti a nome di Gustavo Acosta Gadea. 


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Gustavo Acosta Gadea


Un ufficiale di polizia di Pedro Juan Caballero, di nome Richard Vera, ha ritenuto che l'identità del ferito potesse essere collegata alla ricerca di un sicario a cui lui lavorava da tempo in relazione al delitto di Medina e della sua assistente, oltre che ad altri omicidi.
Appena il ferito è stato ricoverato presso l'ospedale di Pedro Juan Caballero, sia Vera che il personale della ‘Omicidi’ di quella città hanno indagato sulla sua identità procedendo a riscontri di impronte digitali e fotografici, riuscendo a stabilire senza alcun dubbio che quella persona era in realtà Gustavo Benitez Gadea, ricercato per il presunto coinvolgimento nel delitto dei giornalisti e negli omicidi di due uomini: Amalio Núñez Rolón e l'ex sindaco di Ipejhú, Julián Núñez, commessi rispettivamente il 28 maggio ed il 1 agosto del 2014. Era ben chiaro che il ferito si avvaleva di due identità, a secondo le circostanze.
Da quel momento la stampa e notiziari di radio e televisione paraguaiani hanno riportato la notizia e ancora una volta il duplice omicidio di Medina e Almada è uscito alla ribalta. Ciò fa supporre che oltre ai sicari già arrestati anni fa, Flavio e Wilson Acosta - in attesa di risoluzione giudiziale in Brasile - un'altra persona, cioè Gustavo Benitez Acosta, potrebbe essere coinvolta nel fatto, forse come sicario o come appoggio logistico. Da ricordare che il mandante del duplice omicidio era il sindaco di Ypejhu Vilmar “Neneco” Acosta, oggi detenuto nel carcere di Itacumbú, dove sta scontando una condanna a 39 anni.




Il direttore di ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni insieme a Pablo Medina


Per la Procura non era coinvolto nell’uccisione di Pablo Medina e della sua assistente

Antimafia Dos Mil ha appreso ad Asuncion che il nome di Gustavo Benitez Acosta non figurava nella lista di persone coinvolte nel duplice attentato e che il sospetto era stato preso in considerazione solo dalla Polizia che lo ricercava già da nove anni. Per tale ragione l'ufficiale Richard Vera ha prestato speciale attenzione al nome del ferito nell'incidente, avviando personalmente le indagini necessarie, con i risultati noti.
In concreto, una volta che questo individuo sarà dimesso e trasferito nella capitale paraguaiana, potrà essere chiarita la sua presunta partecipazione negli assassini di Pablo Medina ed Antonia Almada.  
È emerso, dato confermato, che questo individuo sarebbe seriamente coinvolto – insieme al suo patrigno, il sicario Wilson Acosta (già detenuto per l’omicidio dei giornalisti) - negli omicidi di Rolón e Nuñes, ovviamente come membri del Clan Acosta che all’epoca era protagonista di una rete criminale che colpì anche il nostro collega Medina e la sua assistente.
Secondo informazioni giunte alla nostra redazione dal Paraguay, il detenuto si sta riprendendo positivamente dalle ferite dell'incidente e sicuramente sarà presto trasferito ad Asuncion dove sarà sottoposto ai dovuti interrogatori, sia da parte della Polizia che della procura, al fine di definire le responsabilità negli omicidi menzionati in questo articolo ed avviare i procedimenti del caso.


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Antonia Almada Chamorro


A pochi mesi dal nuovo anniversario della morte del nostro giornalista Pablo Medina e della sua assistente Almada, la notizia di questo nuovo fermo di un presunto terzo coinvolto nel fatto di sangue di Villa Igatimí, evidenzia drammaticamente il livello di infiltrazione del crimine organizzato in Paraguay, in un contesto che vede l'ideologia narco mafiosa permeare violentemente la società intera, in cui c'è ancora un omicidio- quello del procuratore Marcelo Pecci – al momento impunito.
Esiste inoltre, all’interno del Paraguay, un sentimento cittadino generalizzato di ripudio verso questi fatti, insieme ad una rabbiosa richiesta popolare di porre fine a questa presenza criminale in tutto il territorio nazionale, con modalità differenti e circostanze insospettabili compresa una sorta di assenza istituzionale – in quanto a operatività - che potrebbe tradursi o interpretarsi come indifferenza o presunta complicità con la criminalità organizzata in Paraguay.
Dalla nostra redazione e dalle nostre pagine, considerando questi ormai ricorrenti fatti, denunciamo tutte queste situazioni sistematicamente, perché purtroppo vediamo con orrore che l'inazione dei pubblici ministeri, della polizia e della magistratura, sembrerebbe essere funzionale più che alla ricerca della verità, ad un'impunità sfacciata che erode crudelmente la vita democratica in quel paese.
Dove la violenza a costo di vite umane può essere dietro l’angolo, proprio adesso, nel momento in cui scriviamo queste righe, ma anche in ogni angolo del Paraguay e ancora di più in zone confinanti con il Brasile.
Tristemente, oggi in Paraguay la morte - per mano narco-mafiosa – è in agguato.





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