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La Corte d’Appello ha disposto nuovi esami che potrebbero confermare l’avvelenamento del Premio Nobel per la Letteratura

Oltre cinquant’anni dopo, si riaprono le indagini sulla morte del poeta Pablo Neruda, avvenuta nel 1973 in circostanze che in molti ritengono non essere del tutto chiare. Il caso è stato chiuso lo scorso dicembre dalla giudice Paola Plaza. Oggi, la Prima Sezione della Corte d’Appello di Santiago ha accolto la richiesta della riapertura delle indagini avanzata più volte dal Partito comunista, a cui lo scrittore era iscritto, e dai familiari del famoso poeta e Premio Nobel per la Letteratura. L'obiettivo è quello di chiarire una volta per tutte se il poeta cileno sia morto a causa del cancro alla prostata, oppure, come alcuni sostengono da tempo, avvelenato durante il regime di Pinochet: periodo in cui il Cile ha subito la violenza della dittatura militare.
La giudice Plaza, competente per i processi relativi ai diritti umani, aveva dichiarato conclusa e archiviabile la fase investigativa, “dopo aver esaminato gli antecedenti del processo costituiti da dichiarazioni, verbali di polizia, documenti e perizie nazionali ed estere”. Ora, la Corte d’Appello - con sentenza unanime - ha revocato la decisione della giudice Plaza e ha disposto delle indagini con nuovi esami e interrogatori. Nello specifico - ha reso noto “Il Fatto Quotidiano” - nella sentenza i magistrati hanno sostenuto che “dai procedimenti realizzati in precedenza risulta che l’indagine non è esaurita”, ma “esistono precise procedure che potrebbero contribuire al chiarimento dei fatti nel pieno rispetto di quanto previsto dall’articolo 108 del codice di procedura penale”. Sulla base di questi elementi, la Corte d’Appello ha disposto un nuovo esame calligrafico del certificato di morte del poeta, una reinterpretazione del parere degli esperti delle università McMaster e Copenaghen e l’interrogatorio di Peter Kornbluh, esperto di questioni cilene presso l’Archivio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Pablo Neruda è morto il 23 settembre del 1973 nella Clinica Santa María di Santiago, dopo il colpo di stato guidato da Augusto Pinochet, e un giorno prima di partire per il suo esilio in Messico insieme alla moglie Matilde Urrutia. Come anticipato, la morte del poeta è stata attribuita al cancro alla prostata, ma nel 2011, Manuel Araya, l’autista personale di Neruda, ha detto che il poeta cileno sarebbe stato assassinato con un’iniezione letale all’interno della clinica.

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