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La risposta di Netanyahu: “Parole gravi e vergognose”. Il ministro Katz: “Leader brasiliano persona non gradita a Israele”

Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 21-02-2024.

Continuano a echeggiare le parole che il presidente del Brasile, Lula da Silva (in foto), ha pronunciato alla fine del suo viaggio in Etiopia durante il vertice dell’Unione Africana ad Addis Abeba: “Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è una guerra, ma un genocidio”. Poi, un altro affondo. Ricordando le azioni di Adolf Hitler contro gli ebrei, ha detto: “Quello che sta accadendo al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non è esistito in nessun altro momento storico. In effetti, esisteva. Quando Hitler decise di uccidere gli ebrei”. E aggiunge: “Non è una guerra tra soldati e soldati. È una guerra tra un esercito altamente preparato e donne e bambini”. Immediata la reazione del premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che ha definito le parole del presidente Lula “vergognose e gravi”. “Sminuiscono la Shoah - ha detto - e rappresentano un tentativo di colpire il popolo ebraico ed il diritto di Israele alla difesa”. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, attraverso la piattaforma social “X”, ha commentato: “Non è troppo tardi per imparare la storia e chiedere scusa - ha scritto Katz rivolgendosi al presidente brasiliano -. Fino ad allora rimarrai una persona non grata in Israele”. La bufera diplomatica tra i due Paesi è andata avanti. In risposta alla decisione di Tel Aviv di dichiarare il presidente brasiliano “persona non grata” per aver accusato lo Stato ebraico di aver compiuto un genocidio a Gaza, Mauro Vieira, il ministero degli Esteri del Brasile, ha richiamato il proprio ambasciatore in Israele, Fred Meyer.


L’appello di Lula per il cessate il fuoco

Durante un incontro precedente con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il presidente Lula ha sottolineato l'importanza di stabilire immediatamente un cessate il fuoco per permettere l'arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Ha anche precisato che il Brasile è fermamente contrario al tentativo di sfollamento forzato del popolo palestinese e ha esortato i Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu a non alimentare la guerra. “C’è bisogno di una nuova geopolitica alle Nazioni Unite. Bisogna porre fine al diritto di veto dei Paesi. Ed è necessario - ha ribadito - che i membri del Consiglio di sicurezza siano attori pacifisti e non attori che fomentano la guerra”. Riguardo alle azioni dello Stato ebraico, ha detto: “Non c'è alcuna spiegazione per il comportamento di Israele, con il pretesto di sconfiggere Hamas, uccide donne e bambini, cosa mai vista in nessuna guerra che io conosca”. Del resto, la resistenza alle ostilità e alle presunte azioni genocidarie, denunciate anche dal Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia, sembra essere evidente anche dalle parole pronunciate da Janja da Silva, la moglie del presidente brasiliano. “Sono fiera di mio marito - ha ribadito via social la First Lady brasiliana - che, fin dall'inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, ha difeso la pace e soprattutto il diritto alla vita delle donne e dei bambini, che sono la maggioranza delle vittime. Sono sicura - ha proseguito - che se il presidente Lula avesse vissuto la Seconda Guerra Mondiale, avrebbe difeso allo stesso modo il diritto alla vita degli ebrei”.


Principe William: “Troppi morti a Gaza”

Forti preoccupazioni per quanto sta avvenendo a Gaza arrivano anche dal Regno Unito. L’erede al trono britannico, il principe William, auspicando un cessate il fuoco immediato, si è detto “profondamente inquieto per il terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente”. Sottolineando la necessità di “aumentare l’aiuto umanitario” in favore della popolazione palestinese, il primogenito di re Carlo III ha insistito: “Troppe persone sono state uccise finora”.

Fonte: Ansa

Foto © Imagoeconomica

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