“Mio padre è un uomo politico. Lui crede alla soluzione a due stati, ma vera, non quella falsa di Oslo"
"Anche Mandela guidava la resistenza armata ed è stato chiamato terrorista fino al suo rilascio, quando poi lo hanno chiamato eroe e leggenda". Parla così Arab Barghouti (in foto), figlio di Marwan, leader di Fatah da 22 anni in carcere, in un'intervista a La Stampa. Barghouti, riconosciuto come capo della seconda Intifada, sta scontando cinque ergastoli e quaranta anni, anche se si è sempre dichiarato innocente e non riconosce il tribunale israeliano. "Hamas è un movimento di resistenza. Respingo l'etichetta che ne ha dato l'occidente. Quello che Hamas fa, lo fa in risposta all'occupazione illegale e all'oppressione israeliana. Mio padre è un uomo politico, da più di cinquant'anni ai vertici di Fatah ed è sempre stato un uomo di unità - prosegue -. In carcere si è fatto promotore di un documento, il primo, sottoscritto da tutte le fazioni, da Hamas, Fatah, Jihad Islamica, sulla necessità di uno stato palestinese che sia nei confini del 1967. Lui crede alla soluzione a due stati, ma vera, non quella falsa di Oslo". "La resistenza è l'unica strada percorribile. Resistenza che non è terrorismo come israeliani ed europei dicono, visto che la resistenza, la nostra difesa, è legale secondo le leggi internazionali che riguardano ogni popolo occupato - conclude -. Gli israeliani stanno realizzando una pulizia etnica dei palestinesi. Quindi abbiamo bisogno di un cessate il fuoco adesso. Dobbiamo liberare tutti i prigionieri politici palestinesi in cambio dei prigionieri che si trovano a Gaza".
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