Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Una presunta lettera del cardinale Poletti potrebbe confermare la presenza della giovane nel Regno Unito

Dopo il documento ritrovato circa dieci anni fa all’interno di una cassetta di sicurezza del Vaticano, su cui erano riportate delle note di spesa per il mantenimento di Emanuela Orlandi all’interno di un convento londinese, suo fratello Pietro Orlandi ha rivelato di essere entrato in possesso di un ulteriore documento che sembrerebbe confermare la permanenza di sua sorella a Londra. Ospite di “Verissimo”, il programma televisivo condotto da Silvia Toffanin, Orlandi ha spiegato di aver ricevuto il documento da una persona che lo ha contattato poco più di un anno fa. “Si è presentato da me, dicendomi di averla vista a Londra. Ha detto che Emanuela era in un appartamento di fianco al suo, all’interno di questo ostello dei padri scalabriniani. Oltre al convitto avevano anche appartamentini singoli adiacenti alla struttura e loro, quest’uomo insieme ad altri, stavano in quello di fianco”. Poi, mostrando il documento, una lettera datata primo febbraio 1993, il fratello della cittadina vaticana scomparsa a Roma il 22 giugno del 1983, ha ribadito: “Per me è una pista molto veritiera, lui sa questa cosa perché era lì”.


La lettera e la gravidanza

La lettera sarebbe stata inviata dal cardinale Ugo Poletti all'ex segretario di Stato inglese, Frank Cooper. Al suo interno si legge: “Egregio dottor Cooper, la ringrazio per essersi messo a disposizione in prima persona per la risoluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato. Come sono sicuro le sia stato spiegato dai miei collaboratori nel Regno Unito, e avrà sicuramente appreso dai giornali internazionali la signorina Emanuela Orlandi, è stata protagonista di vicende di primaria importanza nel panorama diplomatico internazionale ed è tuttora di vitale importanza che la signorina Orlandi rimanga viva e in salute, per quanto con le apostoliche sedi è chiara la visione del Vaticano nello stabilire che anche un feto all’interno del grembo materno possiede un’anima, comprendo la sua preoccupazione ed essendo coinvolto in prima persona, condivido anche parte del suo pensiero. Pertanto, accetto il suo invito a Londra informandola che partirò per il Regno Unito il giorno 24 febbraio”. L’uomo che ha fatto recapitare questa lettera a Pietro Orlandi sarebbe “una persona vicina ai Nar, che alla fine degli anni ‘70 conobbe il cardinale Poletti”. Stando al contenuto della lettera, Emanuela Orlandi era incinta. Un particolare che potrebbe essere di fondamentale importanza. All’interno delle note di spesa presenti nel documento ritrovato nella cassetta di sicurezza del Vaticano, erano riportate anche delle spese mediche che il Vaticano avrebbe sostenuto per curare la ragazza presso la Clinica St. Mary, “dove - ha aggiunto Orlandi - potrebbe essere stata ricoverata per interrompere la gravidanza”. Dunque, il Vaticano avrebbe chiesto aiuto allo Stato Inglese. Per questo stesso motivo, durante la trasmissione di Canale 5, Orlandi ha spiegato che, se non verrà convocato dall’ambasciata inglese, si presenterà volontariamente.

La banda della Magliana

Durante la partecipazione al programma condotto da Toffanin, Orlandi ha fornito dettagli importanti. L'informatore avrebbe confessato che la ragazza non ha mai subito violenze e che la sua reclusione a Londra sarebbe stata gestita dal cardinale Poletti. Inoltre, ha aggiunto che all'interno dell'appartamento dove Emanuela Orlandi si trovava nelle prime settimane, c'erano anche delle suore e alcuni sacerdoti. “Lui, in quanto vicino ai Nar, era molto legato alla Magliana e mi ha detto che la stessa banda era legata al cardinale Poletti. Mi ha riferito che in quegli anni organizzavano dei festini, era consuetudine. Nel gennaio del 1983 ha iniziato a ricevere l’incarico di andare in determinati punti dove incontrava delle persone che gli consegnavano delle ragazzine, di 12 o 13 anni, in stato di stordimento. Il suo compito - ha spiegato Orlandi - era di consegnarle ad altre persone, di portarle da un punto all’altro con la sua auto. Succedeva ogni mese. Si è anche vergognato di dirmi questo, era pentito, perché io gliene ho dette”. Il giorno in cui Orlandi è stata rapita, l’ex Nar avrebbe telefonato alla sala stampa vaticana per cercare il segretario di Stato Agostino Casaroli, morto nel 1997. “Da quando Poletti è morto - avrebbe detto l’informatore, che ora ha fatto perdere le sue tracce - di Emanuela non si è più interessato a nessuno”. Nella giornata di ieri, Pietro Orlandi ha condiviso un commento via social per fare alcune precisazioni riguardo alla presenza di sua sorella a Londra e sulla presunta gravidanza. “Emanuela, in quel mini appartamento a Londra, non era ovviamente libera, ma sotto sequestro. L’eventuale gravidanza - ha scritto il fratello di Emanuela - ovviamente, non è il movente del rapimento avvenuto 10 anni prima”.

Le parole dell’amico d'infanzia di Emanuela

Dopo 40 anni, sulla vicenda si è espresso anche Pierluigi Magnesio, l’amico di Emanuela Orlandi, anche lui cresciuto tra le mura del Vaticano. Durante la diretta trasmessa sul canale YouTube “Indagini Aperte”, Magnesio ha spiegato: “Mio padre era stato promosso a capotecnico. Lui era controcorrente, voleva stare al di fuori dal sistema, non voleva adeguarsi. Non frequentavamo alti prelati. Evito di scendere in dettagli pesanti”. Poi, le parole con le quali ha ricordato Emanuela: una ragazza intelligente, che coltivava la sua passione per la musica. “In settimana non usciva mai. Era solare, schietta, compagnona, molto matura per la sua età. Era sveglia, troppo per credere alla storia dell’Avon. Per me - ha proseguito Magnesio - quella sera ha raccontato una bugia alla sorella (a cui telefonò dicendo di aver ricevuto la proposta di distribuire volantini per conto dell’Avon per 375 mila lire). Penso abbia detto una bugia per giustificare che sarebbe rientrata più tardi. Forse, per nascondere una cotta segreta.” - prosegue - “Per me, quel giorno Emanuela si è allontanata con qualcuno che poi l’ha tradita, con un lupo travestito da agnello. Non aveva rapporti con i prelati, se si è messa nei guai lo ha fatto perché si è innamorata. Emanuela era un libro aperto, non nascondeva segreti. La sua intelligenza - ha concluso - poteva essere offuscata solo da una questione sentimentale”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

ARTICOLI CORRELATI

Pietro Orlandi da Fedez per parlare della sorella scomparsa: ''Il Vaticano teme la verità''

Al via la Commissione parlamentare d'inchiesta Orlandi-Gregori

Caso Orlandi, Purgatori: ''Serve Commissione d'inchiesta, Italia Paese dei misteri irrisolti’’

Emanuela Orlandi, lettera anonima inviata a Radio Cusano: ''Se l'autore sa, parli''

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos