Dopo le manifestazioni contro il neopresidente argentino, insorgono anche i sindacati e annunciano sciopero generale
Si prevedono forti turbolenze all’interno del Parlamento di Buenos Aires. Il neopresidente dell’Argentina, Javier Milei, dopo aver presentato al Congresso una “legge omnibus” pensata per modificare le leggi che regolano i settori chiave del Paese, ha invocato anche uno stato di emergenza che gli concede tutti i poteri che, secondo la Costituzione, spettano al Parlamento. Uno stato emergenziale di natura pubblica che interesserà la materia economica, finanziaria, fiscale, della difesa, ma anche sanitaria, amministrativa e sociale. La durata dello stato di emergenza è di due anni, fino al 31 dicembre 2025, ma prorogabile per altri due. In sostanza - come ha sottolineato il quotidiano “La Repubblica” - Milei avrebbe pieni poteri per l’intera durata del suo mandato presidenziale. Nel caso in cui il Parlamento dovesse opporsi alla richiesta dell’esecutivo, Milei convocherà un plebiscito affinché a decidere sia il popolo. Tuttavia, al di fuori del Parlamento, l’unico sentimento che al momento sembra diffondersi tra le persone è il malcontento generale. Infatti, a poche settimane dall’elezione di Milei come presidente dell’Argentina, sono state organizzate diverse manifestazioni contro la direzione intrapresa dal nuovo governo. L'ultima manifestazione, avvenuta pochi giorni fa a Buenos Aires, ha visto sette manifestanti arrestati e un poliziotto ferito. Intanto, l’agenzia Reuters ha reso noto che il Cgt, uno dei principali sindacati del Paese sudamericano, ha annunciato che sta già pianificando uno sciopero generale previsto per il 24 gennaio prossimo, per protestare contro le misure proposte dal presidente Milei.
Il no di Milei ai Paesi BRICS
La direzione politica intrapresa dal presidente dell’Argentina, Javier Milei, si intravede anche in termini di politica estera. Il presidente argentino ha rifiutato l'invito di adesione al blocco di Paesi emergenti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). In una lettera inviata al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e diffusa da Globo News, Milei ha confermato ufficialmente che l’Argentina non accetterà l'invito di adesione al blocco di Paesi emergenti. “Alcune decisioni prese dalla precedente amministrazione (dell'ex presidente Alberto Fernández) saranno riviste. Tra queste - ha fatto sapere Milei - anche l'ingresso del Paese nei Brics”. La comunicazione - ha reso noto Ansa - è stata accolta senza sorpresa a Brasilia, dal momento che già prima dell'insediamento del governo Milei, l'Argentina aveva informato di volersi defilare.
Foto © Mídia NINJA/Flickr
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