Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il pm Colaiocco: “Ricostruire in un dibattimento penale i fatti e le responsabilità corrisponde ad un obbligo costituzionale e sovranazionale”

Dopo sette anni dal sequestro, tortura e omicidio, il gup di Roma ha rinviato a giudizio i quattro 007 egiziani ritenuti carcerieri e boia di Giulio Regeni, ucciso al Cairo tra il gennaio e il febbraio del 2016. Il processo è stato fissato dal giudice Roberto Ranazzi al prossimo 20 febbraio davanti alla Corte d'Assise della Capitale. Nei confronti degli imputati, a seconda delle posizioni, le accuse sono di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato. Finalmente i familiari possono sperare.
Per raggiungere verità e giustizia dopo un impasse durato due anni. "Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata”, ha detto ieri Paola Deffendi, madre del ricercatore friulano.
I quattro agenti segreti - il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif - erano stati già rinviati a giudizio il 25 maggio 2021. Il 14 ottobre dello stesso anno, però, ecco l’intoppo: in Corte d'assise i giudici, hanno annullato il rinvio a giudizio per gli 007 perché bisognava rendere effettiva e non solo presunta la conoscenza agli imputati del procedimento a loro carico. Quindi l’11 aprile il gup ha sospeso il processo, il pm ha ricorso in Cassazione contro lo stop ma la Suprema Corte lo ha rigettato. Di nuovo, il gup, accogliendo la richiesta della Procura, ha inviato gli atti alla Consulta che ha poi sbloccato il processo Regeni: “Nessuna immunità per il reato di tortura, non è accettabile la paralisi del processo". Ora, finalmente, il rinvio a giudizio con il processo che si celebrerà a Roma.
"Le notizie di oggi sono la conferma della costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, la presa d'atto del giudice delle motivazioni della Consulta e l'ulteriore notorietà anche in Egitto del procedimento a carico dei 4 imputati per il sequestro, le torture e l'omicidio di Giulio Regeni”, ha affermato, lasciando piazzale Clodio, l'avvocato Alessandra Ballerini, legale dei genitori di Giulio Regeni. "Una notorietà - ha aggiunto - legata anche al recente incontro tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e Al Sisi durante il quale il ministro ha informato il presidente egiziano che si procederà in Italia contro i 4 imputati. Il giudice ha inoltre rigettato tutte le eccezioni compresa quella sulla giurisdizione perché non si può dubitare, come hanno fatto le difese degli imputati, che anche i 'meri' sequestratori di Giulio gli hanno cagionato, catturandolo e tenendolo sequestrato per 9 giorni, sofferenze fisiche e psicologiche".
La procura di Roma ha affermato in aula che “l’assenza degli imputati non ridurrà il processo ad un simulacro”. “Poter ricostruire pubblicamente in un dibattimento penale i fatti e le singole responsabilità corrisponde ad un obbligo costituzionale e sovranazionale”, ha spiegato il procuratore aggiunto, Sergio Colaiocco. “Un obbligo che la Procura di Roma con orgoglio ha sin dall'inizio delle indagini cercato di adempiere con piena convinzione".

ARTICOLI CORRELATI

Il processo Regeni si farà, la Consulta sblocca l'impasse giuridico sugli 007 egiziani

Regeni, sit-in per chiedere che vengano processati gli 007 egiziani: ''Governo intervenga’’

Pm di Roma: Consulta intervenga su stasi del processo Regeni


ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos